La neve sul Kilimanjaro scomparirà? I ricercatori tanzaniani: «Forse no»

di Enrico Casale
Kilimanjaro

Il ghiacciaio del Kilimanjaro è davvero destinato a scomparire? È quanto intendono scoprire i tecnici dell’Agenzia meteorologica della Tanzania (Tma). Per questo motivo stanno allestendo un centro dati con sensori tecnologicamente avanzati che misureranno le variazioni climatiche e il loro conseguente impatto sulla neve e sul ghiaccio.

Ciò che finora è certo è che dal 1912, anno in cui sono state effettuate le prime misurazioni, l’85% del ghiacciaio del Kilimanjaro è sparita. Secondo alcuni studi satellitari dell’ente spaziale statunitense (Nasa), la montagna, che in realtà è un vulcano spento ed è la più alta cima del continente africano (5.895 metri), rischierebbe di perdere il restante 15% entro il 2020.

Ma gli scienziati tanzaniani non si arrendono. «Siamo consapevoli che il livello di ghiaccio sul monte Kilimanjaro stia diminuendo, ma attualmente non esiste una precisa ragione scientifica del perché ciò stia avvenendo – spiegano i ricercatori del Tma -. Alcuni collegano la riduzione della neve ai cambiamenti climatici, ma non è sicuro». Il nuovo centro dati permetterà un monitoraggio costante dei livelli di neve. «Sulla base di questi dati – continuano i ricercatori – sarà poi più semplice intervenire con misure specifiche per ridurre lo scioglimento».

Mrisho Gambo, commissario regionale di Arusha, ha lodato l’iniziativa del Tma, dicendo che contribuirà anche a promuovere il turismo del Paese. «Il centro meteo – ha detto – fornirà dati sul clima in Tanzania e nei Paesi vicini. Ciò farà della postazione una struttura all’avanguardia che permetterà ai turisti di conoscere in ogni momento le condizioni del clima nella regione».

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