La donna che trasformerà Freetown

di Celine Camoin

Il suo motto è «to turn dissatisfaction into action», ovvero trasformare il disappunto in azione. Non a caso il progetto di punta del primo mandato di Yvonne Aki-Sawyerr alla guida della capitale sierraleonese è stato battezzato Transform Freetown. Una città martoriata, che dopo oltre 10 anni di guerra civile, dal 1991 al 2002, ha visto raddoppiare la sua popolazione, che è di oggi circa 1,2 milioni di abitanti, senza che sia stato pianificato assolutamente nulla per lo sviluppo delle infrastrutture, degli alloggi, dei servizi di base come l’istruzione e la sanità, per la creazione di posti di lavoro, o ancora, per la gestione dei rifiuti.

«Quando ero ragazza – ricorda la sindaca, oggi quasi 53enne – la vegetazione era rigogliosa, le spiagge erano pulite, circondate da foreste di mangrovie. La rapida e incontrollata urbanizzazione ha spazzato via alberi, sostituiti da insediamenti abitativi, anche illegali (sono ad oggi 74 gli agglomerati ‘selvaggi’ di Freetown, Ndr), da cumuli di sporcizia. I cittadini stanno vivendo una situazione di forte disagio. Malaria, tifo, dissenteria sono all’ordine del giorno. Nel 2017, venivano raccolti e trattati solo il 21% dei rifiuti solidi e il 6% dei rifiuti liquidi. Tutto il resto si teneva dietro casa, nei campi, si buttava nei fiumi, nel mare. Una situazione inaccettabile, che mi ha spinto a candidarmi per la carica di sindaco. Perché quando si ha la certezza che esistono soluzioni, vale la pena rischiare, trasformare la frustrazione in un catalizzatore di energia positiva».

Nel luglio del 1991, allorché si scatenava la guerra a Freetown, Yvonne Aki-Sawyerr si trovava a Londra, tormentata da dubbi e domande su cosa poter fare per aiutare i suoi concittadini in difficoltà. Negli anni successivi fondò assieme alla sorella e ad amici l’organizzazione Sierra Leone World Trust, impegnata nel sostegno ai bambini, principalmente sfollati dal conflitto, nell’educazione, nell’assistenza alle madri, nel microcredito, nella formazione professionale. Nel 2004, pensando alla ricostruzione, fondò un centro di formazione in agricoltura per ex bambini soldato. La crisi che colpì la Sierra Leone a causa dell’epidemia di ebola, dal 2014 al 2016, fu un altro fattore scatenante per Yvonne Aki-Sawyerr. L’esperta contabile e di finanza lasciò in Inghilterra il marito e i due figli, salì a bordo di un aereo quasi vuoto – i collegamenti aerei con il Paese erano stati interrotti a causa di ebola – e raggiunse Freetown, per dare un suo contributo. Forte dell’esperienza di circa 25 anni nel settore privato nella gestione di crisi e la pianificazione, elaborò il Western area surge plan che ebbe come elemento centrale la sensibilizzazione delle comunità attraverso il contatto diretto per gestire meglio l’emergenza e fermare la diffusione della malattia letale. Poche settimane dopo, il National ebola response center la nominò direttrice della pianificazione, mandandola in missione in tutto il Paese. «È stata l’esperienza più dura di tutta la mia vita, ma anche la più gratificante», racconta. Oltre alla medaglia d’oro conferita dalla Presidenza per il suo impegno nel combattere ebola, nel gennaio 2016 Aki-Sawyerr è stata nominata Ufficiale dell’Ordine dell’impero Britannico (Obe) da Sua Maestà la regina Elisabetta II. La BBC ritiene che la sindaca di Freetown sa stata una delle 100 donne più influenti del 2020.

Fu ancora una sfida, quella di ridare a Freetown la dignità perduta, che spinse Aki-Sawyerr a candidarsi per la carica di sindaco. Venne eletta, con l’All People’s Congress dell’ex presidente Ernest Bai Koroma, alle elezioni municipali di marzo 2018 e entrò in carica nel maggio successivo. Pochi mesi dopo è partito il piano triennale Transform Freetown, che si fissa 19 obiettivi concreti in 11 aree, con particolare enfasi alla lotta al degrado ambientale e allo sviluppo di un’economia sostenibile. Una delle campagne del programma, Freetown the Tree Town, prevede la piantagione di un milione di alberi. Nei giorni scorsi, è stata avviata la Blue Peace initiative, focalizzata sull’accesso all’acqua, l’igiene e i servizi idrici della capitale con la collaborazione del Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo dei capitali e della Cooperazione svizzera.

Ma sulla strada della trasformazione è sorto un nuovo ostacolo: la pandemia di covid-19, con le sue pesanti ripercussioni economiche sul continente africano, Sierra Leone inclusa.  Uno dei settori evidenziati per promuovere lo sviluppo di Freetown prima del covid era il turismo, annientato  – si spera temporaneamente – dalla pandemia. «L’inflazione è aumentata, così come la disoccupazione che era già molto alta prima della pandemia. A Freetown l’impatto sull’economia è stato terribile perché siamo ancora una nazione dipendente dalle importazioni. Stiamo puntando sulla green economy, che genererà posti di lavoro e migliorerà standard di vita». Ancora una volta, Yvonne Aki-Sawyerr deve rimboccarsi le maniche per trasformare la crisi del 2020 in opportunità.  

(Céline Camoin)

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