Il Sudan rimpatria 100 rifugiati eritrei. A quale destino andranno incontro?

di Enrico Casale
rifugiati eritrei

Gli eritrei presenti in Sudan o di passaggio verso la Libia (e l’Europa) saranno rimpatriati. Secondo alcune fonti sudanesi, già un centinaio di eritrei sono stati rispediti in patria con l’accusa di immigrazione illegale. Una parte di essi sono giovani renitenti alla leva e in Eritrea rischiano di essere incarcerati e sottoposti a torture indicibili. Secondo Radio Dabanga, tra i cento eritrei c’era anche una trentina di bambini.

Il Sudan è il primo Paese che accetta di rimpatriare gli eritrei fuggiti dal proprio Paese. Le convenzioni internazionali infatti impediscono il rimpatrio di rifugiati se il Paese di origine non garantisce il rispetto dei diritti umani. Da anni ormai, l’Eritrea si è trasformata in una feroce dittatura. Il presidente Isayas Afeworki ha accentrato su di sé il potere negando anche i più elementari diritti. I ragazzi vengono costretti a un servizio di leva senza un tempo prefissato. Il Paese, che si è progressivamente isolato dalla comunità internazionale, è poverissimo. La recente siccità che ha investito tutto il Corno d’Africa lo ha poi messo in ginocchio. Nonostante ciò, il regime nega il bisogno di aiuti e impedisce l’accesso alle agenzia umanitarie. Per questo motivo molti giovani fuggono in Etiopia e in Sudan. Molti di essi poi cercano di raggiungere la Libia e poi le coste italiane.

L’Acnur (Agenzia Onu per i rifugiati) ha espresso profonda preoccupazione. Secondo i funzionari delle Nazioni Unite, i provvedimenti di rimpatrio violano le leggi internazionali e, in particolare, le norme sui rifugiati. Ma il Sudan nega di aver violato il diritto internazionale. Secondo Khartoum, gli eritrei si sono infiltrati illegalmente nel territorio sudanese. Un reato che è previsto dallo stesso diritto internazionale. Il Sudan punta il dito contro la forte instabilità nelle zone di confine. E porta ad esempio una recente delegazione del Regno Unito che non è riuscita a compiere un sopralluogo nella zona proprio per i pericoli che avrebbero corso i membri.

Rimane il fatto che il destino degli eritrei rimpatriati è quantomai incerto. Il rischio è che, una volta rientrati, dovranno subire la durissima reazione del regime.

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