I cortometraggi del Festival del Cinema Africano, una finestra sui nuovi talenti

di claudia

di Annamaria Gallone

La sezione cortometraggi africani  del FESCAAAL 2023 (Festival di cinema africano, d’Asia e d’America Latina dal 19 al 26 marzo a Milano e in streaming) è particolarmente interessante da un lato perché da sempre il nostro principale zoom è sull’Africa, dall’altra perché in questa categoria si cimentano i giovani autori tra i quali si rivelano i nuovi talenti. Infatti è un orgoglio del Festival perché ha avuto modo di scoprire astri nascenti diventati ppc famosissimi, come Idrissa Ouedraogo, Alain Gomis e Abderrahmane Sissako. 

Anche quest’anno i cortometraggi scelti sono molto diversi tra loro per tematiche e scelte stilistiche, alcune completamente innovative.

Tutti i fil sono programmati all’ Auditorium San Fedele, via Hoepli 2, Milano.

22 marzo h. 21,15

A.O.C di Samy Sidali, racconta con molta ironia, ma ahimè, anche con molto realismo (il film è ispirato a una storia vera), come Latefa e i suoi due figli, Walid e Ptissam, di origine maghrebina, consigliati da un’amministrazione piena di buone intenzioni, francesizzino i loro nomi quando acquisiscono la cittadinanza francese. Affrontano questa prova alquanto singolare con umorismo e leggerezza, poco prima dell’inizio dell’anno scolastico.

A.O.C di Samy Sidali

23 marzo h.20,45

BAZIGAGA di Jo Ingabire Moys, prima italiana, è ambientato in Ruanda nel1994. Bazigaga è una guaritrice tradizionale hutu a cui si rivolgono molte persone della comunità locale, anche se non pubblicamente poiché il pastore cristiano Karembe l’ha marchiata come strega. Quando si scatena il massacro dei tutsi, il pastore, inseguito insieme alla figlia dalle feroci milizie hutu, bussa alla sua porta e chiede protezione. La guaritrice, che è anche profondamente umana, lo accoglie e lo cura, al di là di ogni odio razzista.

24 marzo 21,30

MISTIDA di Falcão Nhaga, con un ritratto tenero ritratto del rapporto madre- figlio. Una madre originaria della Guinea chiede al figlio di aiutarla a portare a casa la spesa. Lungo il percorso, nelle strade del quartiere periferico di Lisbona, parlano del passato e del futuro e si rivelano due visioni della vita in Portogallo ormai molto lontane tra loro, ma il legame è forte e ogni barriera generazionale sembra dissolversi…

25 marzo dalle 15 alle 17

BERGIE di Dian Weys, sudafricano, è un brevissimo, impietoso ritratto di agenti delle forze dell’ordine che devono rimuovere i senzatetto dal ciglio di una strada per far posto a una corsa di dilettanti. Uno di loro si trova a prendere una decisione difficile, che lo mette a confronto con la sua coscienza. I senzatetto a Capetown (oggi circa 14.000 persone) sono chiamati “bergie” poiché in passato cercavano rifugio sulle pendici della Table Mountain (in afrikaans Tafelberg).

25 marzo MIRROR, MIRROR  di Sandulela Asanda, prima italiana, viene dal Sudafrica ed è ritratto di un’adolescente, Luthando, che vuole conoscere meglio il proprio corpo. Ma né internet né le riviste danno consigli particolarmente utili. In una video chiamata, Jodie, la sua migliore amica, la esorta a continuare il suo viaggio di scoperta. Coming of age divertente di una ragazza che esplora i meccanismi del piacere personale per capire cosa significa diventare una donna.

25 marzo MULIKA di Maisha Mahene, prima italiana, ed è una storia sorprendente. Un “afronauta” emerge dal relitto della sua astronave nel cratere vulcanico del Monte Nyiragongo: è un viaggiatore nello spazio-tempo giunto per proteggere l’umanità. Mentre scende verso la città, incontra la gente dell’odierna Goma e inizia a capire cosa deve fare per cambiare il futuro del suo popolo. il suo abbigliamento è di un inventiva  irresistibile  e i bambini lo seguono festanti o si ritrano per la paura.

25 marzo MY GIRL FRIEND di Kawthar Younis, egiziano, è una breve, divertente commedia. Alla disperata ricerca di intimità, Ali segue il suggerimento della sua ragazza che mette alla prova la loro relazione. Il piano prende una piega inaspettata quando i ruoli di genere si confondono. Con ironia il film si interroga sui pregiudizi e sugli stereotipi di una società che separa i sessi e li determina in categorie sociali.

MY GIRL FRIEND di Kawthar Younis

25 marzo OBJECTS ARE CLOSER THAN THEY APPEAR, di Ahmed Sobhy, egiziano, racconta come, nel tentativo di restituire del denaro alla sua ragazza, Naeem va a casa della sorella per prendere in prestito dei soldi, ma in un frenetico piano sequenza si troverà coinvolto in una situazione familiare drammatica che lo costringerà a mettersi in discussione.

25 marzo SUR LA TOMBE DE MON PÈRE di Jawahine Zentar, ritrae con grande efficacia il carattere di una ragazza ribelle alle regole della tradizione del villaggio d’origine dei suoi genitori. Maïne giunge in Marocco insieme alla madre e ai fratelli con il feretro del padre. L’indomani solo gli uomini potranno partecipare al funerale mentre le donne aspetteranno a casa. Ma Maïne non intende rispettare queste regole che le sembrano assurde e d ipocrite, in contrasto con il suo amore profondo per il nonno.

SUR LA TOMBE DE MON PÈRE di Jawahine Zentar

25 marzo TSUTSUÉ di Amartei Armar è ambientato in una piccola città del Ghana ai margini di una grande discarica che si riversa nell’oceano. I figli di un pescatore, Sowah e Okai, devono affrontare il lutto del loro fratello maggiore, annegato durante una battuta di pesca. Ossessionato dalla sua morte, Okai crede che il fratello sia ancora là fuori…Un breve film che indaga sull’ elaborazione del lutto.

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