Etiopia: violenze contro i detenuti nigeriani, l’imbarazzo etiope

di claudia

È imbarazzo diplomatico tra Etiopia e Nigeria, dopo che sono emerse notizie circa il trattamento disumano e le percosse ai detenuti nigeriani nel carcere di Kaliti, ad Addis Abeba. Le violenze a danno dei nigeriani detenuti, riferite da SaharaReporters che cita diverse vittime e numerosi testimoni oculari, andrebbero avanti da mesi e stanno causando un forte imbarazzo tra le istituzioni etiopi.

Secondo diverse testimonianze, gli agenti penitenziari di Kaliti li avrebbero accusati di aver fornito “a un giornale, Sahara Reporter, e al dottor Paul Ezike” false informazioni sul loro trattamento in carcere. “La situazione è brutale ormai da alcuni giorni, la polizia etiope ha picchiato noi detenuti nigeriani, accusandoci di mettere in imbarazzo il Paese” ha detto un testimone.

Nei mesi scorsi diversi detenuti nigeriani sono morti tra le mura di Kaliti, due negli ultimi sei mesi: gli agenti penitenziari “hanno detto” dicono le vittime a Sahara Reporter, “che li abbiamo messi in imbarazzo a livello internazionale”. Tuttavia le vittime di violenza non riceverebbero cure adeguate: “Il governo federale della Nigeria dovrebbe essere ritenuto responsabile se qualcuno di noi dovesse morire di nuovo” ha detto un detenuto.

Negli ultimi sei mesi Uchenna Nwanneneme è morta senza cure per una malattia sconosciuta, e un’altra cittadina nigeriana, Chizoba Eze, sarebbe morta nella stessa struttura a seguito di una presunta aggressione fisica. Inoltre, il suo cadavere sarebbe stato lasciato nella sua cella per oltre 36 ore dagli agenti del penitenziario, che avrebbero impedito ad altri detenuti di informare l’ambasciata nigeriana. 

 Il senato della Nigeria ha incaricato le sue commissioni per la diaspora e gli affari esteri di indagare sulle circostanze relative all’incarcerazione di 250 nigeriani in Etiopia, ordinando di ricevere i risultati delle ricerche entro due settimane. Questo l’ultimo sviluppo seguito a una mozione avanzata ieri dal leader della minoranza al Senato, Simon Mwadkwon, durante la plenaria, dopo che su Internet è circolato un rapporto di un certo Paul Ezekiel secondo cui oltre 250 nigeriani incarcerati in Etiopia subiscono maltrattamenti.

“Sulla base della sovranità di questo Paese e della sacralità della vita e delle proprietà di tutti i nigeriani in tutto il mondo, come stabilito nella costituzione nigeriana, in particolare nelle sezioni 33, 34 e 35 della costituzione del 1999 e successive modifiche, che contengono disposizioni simili nell’ordine dei tribunali internazionali, strumenti e convenzioni di cui il nigeriano e l’etiope sono firmatari. Non esiste alcuna giustificazione per togliere la dignità a una persona e ancor meno per togliere la vita a un cittadino”, ha sottolineato Mwadkwon, esortando il senato nigeriano a intervenire immediatamente nella crisi e a condurre un’indagine approfondita sulle cause degli arresti.

La mozione del leader della minoranza ha ottenuto il sostegno della maggioranza dei senatori, tra cui quelli del Borno Nord, del Benue Nord-Ovest, del Bauchi Centrale, del Bauchi Nord e del Sokoto Sud.

Il presidente del senato, Godswill Akpabio, nel suo intervento dopo aver incaricato le due commissioni di indagare sulla questione, ha condannato la discriminazione dei nigeriani in altri Paesi. “Colgo l’occasione anche per sollecitare le autorità competenti della Repubblica Federale della Nigeria a prendere molto sul serio la vita dei nigeriani sia in Nigeria che nella diaspora. Sono consapevole che molti nigeriani subiscono discriminazioni in luoghi come il Sudafrica e alcuni Paesi hanno addirittura smesso di rilasciare passaporti verdi ai nostro concittadini. Penso che sia importante, mentre guardiamo a questo problema, di adottare misure per ristabilire l’autorità della Nigeria, il più grande Paese nero del mondo”, ha concluso Akpabio. 

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