Eritrea | «Covid-19, gli afar stanno morendo»

di Enrico Casale
dancalia

In Eritrea ufficialmente il Covid-19 non ci sarebbe più. Eppure Asmara continuerebbe a impedire spostamenti interni per evitare i contagi e a tenere chiuse le strutture sanitarie. Questo lockdown rigidissimo starebbe mettendo alle corde soprattutto la Dancalia, la regione ai confini con Gibuti ed Etiopia abitata in prevalenza dalla popolazione afar. A lanciare la dura accusa è la Red Sea Afar Human Rights Organization con un documento rilanciato dal sito awate.com. «Con il pretesto di proteggere la popolazione da Covid-19 – è scritto in un documento dell’organizzazione -, il governo ha chiuso totalmente tutti i confini (terra e mare). I residenti e i cittadini della Dancalia si sono così trovati in un soffocante assedio che che minaccia le loro vite».

In aprile, i capi e i leader tradizionali della regione avrebbero informato il governo eritreo che la popolazione locale stava rischiando la fame a causa delle restrizioni ai movimenti. Asmara sembra però non aver dato loro retta. «Il governo eritreo non solo non ha rifornito di alimenti la regione – osserva il documento – ma ha svuotato gli ospedali e ha costretto le donne in gravidanza e altri pazienti a lasciare l’ospedale di Assab e la maggior parte delle strutture sanitarie. I pazienti sono stati lasciati soli di fronte al proprio destino. Oltre a ciò, le autorità governative non hanno fornito alcun materiale di protezione (maschere e guanti) e non sono stati istituiti centri di quarantena per ospitare i malati di coronavirus».

Alla fine di aprile, i militari degli Emirati arabi uniti di stanza presso la base di Assab si sarebbero detti disponibili a fornire supporto logistico (cibo e attrezzature sanitarie) alla popolazione, ma i militari eritrei e dall’amministrazione locale in Assab avrebbero declinato l’offerta. A ciò si sarebbero aggiunti i numerosi sequestri di beni da parte delle autorità eritree ai pastori nomadi afar privandoli dei beni necessari e il blocco dei porti della regione. In questo modo la regione rischia la fame, denuncia l’organizzazione.

«In occasione dell’anniversario dell’indipendenza (24 maggio) – continua il documento – il presidente Isaias Afwerki ha messo in guardia gli eritrei dal Covid-19 in aperta contraddizione con l’annuncio del ministero della Salute che aveva dichiarato il Paese è libero. Il virus è presente in Eritrea? O è solo un pretesto per affamare la popolazione afar?».

L’organizzazione ha infine fatto appello ai partiti politici, alle organizzazioni per i diritti umani e a quelle umanitarie affinché agissero in modo urgente per «salvare il popolo afar dalla minaccia della fame e aiutare il popolo eritreo in generale».

(Tesfaie Gebremariam)

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