30/09/14 – Centrafrica – Saccheggi a Bangui, “troppe armi in circolazione”

di AFRICA

 

Rimane alta la tensione al Km5, quartiere di Bangui a maggioranza musulmana, dopo giorni di aggressioni a mano armata, tentati furti e scontri violenti attribuiti da alcune fonti a “comuni criminali” e da altre a “esponenti Anti-Balaka”. Lo ha riferito l’emittente locale Radio Ndeke Luka, confermando “disordini” nella sesta e nella terza circoscrizione, dove una persona è rimasta uccisa, alcune attività commerciali saccheggiate e abitazioni incendiate lo scorso fine settimana. Sempre nel fine settimana è stato attaccato un centro sanitario di Medici senza frontiere (Msf) a Bangui.

Il deteriorarsi della sicurezza nella capitale centrafricana, nonostante la presenza delle truppe francesi di Sangaris, quelle europee di Eufor e dei caschi blu della Minusca, riguarda anche i quartieri di Béa Rex, Kpétèné e Fatima. Nel mirino degli ultimi disordini la comunità musulmana centrafricana e straniera che svolge per lo più attività commerciali nella capitale. Costretta a sfuggire nelle regioni settentrionali e nei paesi vicini lo scorso gennaio, nell’ultimo periodo è cominciata a ritornare a Bangui. Un ritorno reso possibile dal miglioramento della situazione sul piano della sicurezza, con l’allontanamento degli Anti-Balaka. Inoltre, in reazione all’attacco di un convoglio di pastori musulmani nella regione di Kemo (centro) da parte degli Anti-Balaka, concluso con diversi morti la scorsa settimana, la comunità musulmana di Bangui ha osservato una giornata di sciopero (chiamato ‘Ville morte’). Sono seguiti scontri con i soldati francesi di Sangaris al Km5, ma senza alcuna vittima.

Il recente riaccendersi delle violenze fa temere per equilibri socio-economici ancora precari e per la difficile transizione politica. In visita al Km5 il primo ministro Mahamat Kamoun ha promesso che le autorità procederanno “in tempi rapidi al disarmo di tutti i banditi responsabili del lutto della famiglie centrafricane”. Respingendo le accuse mosse nei confronti degli Anti-Balaka, un leader delle milizie, Sylvestre Yagouzou, ha invece denunciato il “proliferarsi delle armi” quale principale causa della “recrudescenza della delinquenza e dei furti quotidiani”.

Eppure, intervenuta qualche giorno fa al Consiglio di sicurezza dell’Onu, la presidente di transizione Catherine Samba-Panza ha chiesto la rimozione di sanzioni e embargo sulle armi imposto al paese, “unico modo per ricostruire un esercito degno di questo nome e in grado di sostenere le forze internazionali per riportare la pace” in Centrafrica. – Misna

 

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