Tunisia: Saied, no a fondi esteri per associazioni e partiti

di claudia
il presidente Kais Saied

Il capo di Stato tunisino Kais Saied ha sottolineato la necessità di promulgare un testo che vieti il ​​finanziamento estero di associazioni che costituiscono “estensioni” di partiti e “antenne” di potenze straniere in Tunisia. Lo ha detto il presidente all’apertura del consiglio dei ministri al Palazzo di Cartagine.

“Rifiutiamo qualsiasi interferenza nelle nostre scelte sia con i fondi che con le pressioni. I tunisini sono un popolo sovrano e dignitoso” ha dichiarato Saied, lasciando intendere che fondi trasferiti dall’estero sono destinati a finanziare campagne elettorali o utilizzati per danneggiare lo Stato. La giustizia, ha affermato, detiene tutte le cifre relative ai fondi provenienti dall’estero, ha indicato.

Nel suo intervento, il capo dello Stato ha evocato i tentativi dei simboli del “vecchio regime” e di coloro che si dichiarano “patrioti” di tornare sulla scena nazionale, dopo aver, secondo lui, depredato il Paese. “Non accetteremo il loro ritorno perché la gente li ha respinti. Non si fermeranno davanti a nulla per danneggiare la patria”.

Affrontando l’aspetto della giustizia, il Presidente della Repubblica ha ribadito di non avere alcuna intenzione di intervenire nella giustizia. “Respingiamo l’ingerenza negli affari della giustizia e sosteniamo che il potere appartiene al popolo”. “Nessuna autorità dovrebbe trasformarsi in potere assoluto”, ha affermato.

Riferendosi al Consiglio della magistratura, Saied ha chiarito che esiste un solo consiglio, in risposta ai magistrati che mettono in dubbio la legittimità del consiglio provvisorio. “La magistratura è una funzione”, ha insistito ancora, sottolineando che non esiste un giudice-legislatore. Saied ha ribadito il suo attaccamento a una magistratura indipendente e rispettosa della legge. Nei giorni scorsi, il presidente ha suscitato grande clamore con l’annuncio di sciogliere il Consiglio Supremo della Magistratura per decreto presidenziale e di sostituirlo con un altro consiglio.

Nel suo intervento al consiglio dei ministri, il presidente ha parlato degli sviluppi in Ucraina, rassicurando le famiglie dei tunisini stabiliti sulla loro evacuazione in condizioni di sicurezza via terra, via la Polonia.

Dal 25 luglio il presidente tunisino ha adottato misure eccezionali, che de facto rafforzano il suo potere a scapito del governo e del Parlamento. Le disposizioni, che tendono a sminuire il sistema ibrido di governo previsto dalla Costituzione 2014, sono state oggetto di una serie di decreti pubblicati in Gazzetta Ufficiale.

Tali misure saranno in vigore almeno fino alla fine dell’anno, fin quando non si terranno elezioni legislative, a seguito di un referendum costituzionale il 25 luglio. 

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