Tshisekedi: «L’Unione Africana sia al servizio dei popoli africani»

di Stefania Ragusa

“Mi propongo proprio di far uscire la nostra organizzazione, assieme a tutti voi, dalle sale conferenza, dagli hard disk dei nostri computer e dalle cartelle ben legate delle nostre segreterie. Ho intenzione di portarla nei cortili delle scuole, nei campi profughi, nei mercati cuore delle nostre città e nei campi dei nostri villaggi”: nella visione di Felix Tshisekedi, nuovo presidente di turno dell’Unione africana per un anno, c’è “un’Unione africana al servizio dei popoli africani”.

Nel suo discorso ufficiale d’investitura pronunciato questo fine settimana durante la 34° sessione ordinaria della Conferenza dell’Unione Africana, il capo di Stato della Repubblica Democratica del Congo ha messo in evidenza la volontà di promuovere una “prosperità basata su crescita inclusiva e sviluppo sostenibile, pace e sicurezza e piena uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori della vita”.

“Promuovere una comunità panafricana consapevole della propria storia, del proprio potenziale artistico e della ricchezza del proprio patrimonio culturale – ha detto “Fatshi”, come viene soprannominato in patria – non è e non deve essere un’opzione ma un dovere. Dobbiamo raggiungerlo insieme quest’anno, basandoci sui nove pilastri che costituiscono la mia visione strategica”.

Tra questi: rafforzare la pace e la sicurezza; perseguire la realizzazione della zona di libero scambio continentale (AfFcta); promuovere una rinascita della cultura, delle arti e del patrimonio africano; incentivare la lotta al cambiamento climatico; accelerare i progetti integrativi, tra gli altri: la costruzione della grande diga di Inga (in RD Congo, Ndr); consolidare l’iniziativa dell’UA nella lotta al Covid-19 e nella prevenzione di altre malattie. “Apprendendo le lezioni della pandemia, oltre a rafforzare il sistema sanitario, è giunto il momento di investire di più nell’istruzione e nella ricerca scientifica. Pertanto, è un interesse altamente strategico che ogni Stato membro riservi buona parte del proprio reddito per lo sviluppo del proprio capitale umano che è la ricchezza principale, l’unica capace di mobilitarsi efficacemente, per risolvere questo specifico problema delle sfide globali”, ha sottolineato Thsisekedi, in carica alla guida dell’ex Zaire dal 24 gennaio 2019, e in questo momento alla prese con un braccio di ferro con la coalizione del suo predecessore, Joseph Kabila.

Nel passaggio dedicato raggiungimento della pace e la sicurezza, una sfida finora fallita, Tshisekedi ha citato i casi del regione del Sahel, dove “le figlie e i figli dell’Africa cadono ogni giorno sotto la barbarie del terrorismo”. Nella Repubblica Centrafricana, “la pace e la stabilità delle istituzioni elette sono messe a dura prova da ribellioni e gruppi armati. Nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo persiste, come ho notato più volte, l’insicurezza causata dai gruppi armati locali e dai movimenti terroristici stranieri, in particolare le Adf. Lo stesso vale per l’Africa meridionale, rinomata per la sua stabilità e pacifismo, dove il terrorismo dilaga nella parte settentrionale del Mozambico”.

(Céline Camoin)

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