Togo, continua la piaga del traffico di avorio

di claudia

Non si ferma il traffico di avorio. In Togo, quattro giovani sono stati arrestati in possesso di oltre 160 chili di zanne d’elefanti. Sono attualmente nelle mani della giustizia. Incorrono in una pena detentiva da uno a cinque anni e una multa. Gli arresti sono stati effettuati nei sobborghi di Lomé dagli agenti dell’Ufficio Centrale per la Repressione del Traffico Illecito di Stupefacenti e del Riciclaggio di Denaro, supportato dal ministero dell’Ambiente e delle Risorse Forestali in collaborazione con la rete di Ong Eagle-Togo (Eco-activists for governance and law enforcement), quando stavano per chiudere la vendita di sette grandi zanne.

Un’immediata perquisizione del luogo dove erano conservati questi prodotti illeciti ha portato al sequestro di altre dodici grosse zanne di elefante, cinque delle quali scolpite e lucidate, due piccole punte in avorio, tredici statuine in avorio, una collana in avorio, due pelli di felini tra cui il leone, due mandibole che sembrano quelle di un essere umano e una testa di facocero.

L’articolo 761 del nuovo codice penale, nella sua componente ambientale, punisce con la reclusione da uno a cinque anni e con una multa chiunque, direttamente o indirettamente, commercia senza diritto specie animali o vegetali.

Secondo il comunicato di Eagle-Togo sulla vicenda, “la lotta ai crimini contro la fauna selvatica assume una nuova dimensione con l’arresto di questi quattro presunti trafficanti di fauna selvatica. Anche se le zanne di elefante sequestrate non provengono dalla fauna e dalle riserve del Togo, il Paese rimane un hub per l’esportazione e il transito di esemplari di fauna e flora selvatiche. Ma le autorità, al di là dei testi ratificati nazionali e internazionali sulla protezione delle specie protette, stanno attivamente contribuendo alla lotta alla criminalità legata al traffico illecito di specie di fauna e flora selvatiche garantendo la sicurezza ambientale”.

L’intera comunità che lavora per preservare la natura concorda sulla necessità di adottare un triplice approccio: la lotta al bracconaggio, la lotta al traffico di avorio e la riduzione della domanda. La rete Eagle raccomanda la repressione dei trafficanti di fauna selvatica, come deterrente.

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