Sudan, sono 60 i morti negli scontri

di Enrico Casale
Sudan, militari

In Sudan, il numero delle vittime degli incidenti è salito a 60. A sostenerlo è un gruppo di medici vicini all’opposizione dopo due giorni di disordini, iniziati quando le forze del Consiglio militare di transizione (Tmc) hanno sparato su manifestanti disarmati. Da quel momento i membri di un temuto gruppo paramilitare hanno continuato a girare per le strade attaccando i civili.

Dura la condanna internazionale nei confronti dell’esercito di Khartoum. Anche se un intervento del Regno Unito e della Germania all’Onu per sollecitare i vertici militari sudanesi a lavorare per una soluzione pacifica è stato bloccato dalla Cina e dalla Russia.

I dimostranti occupano la piazza di fronte al quartier generale militare dal 6 aprile, cinque giorni prima che il presidente Omar al Bashir fosse rovesciato dopo 30 anni al potere. I rappresentanti della società civile hanno negoziato un accordo con la Tmc per una transizione di tre anni che avrebbe dovuto portare alle elezioni. Lunedì, le forze armate hanno deciso di passare all’azione e di sgomberare i manifestanti dalla piazza. Gli scontri hanno portato numerose vittime.

La Tmc ha poi annunciato che le elezioni si terranno entro nove mesi. I dimostranti avevano sostenuto che era necessario un periodo più lungo per garantire elezioni regolari e smantellare la rete politica associata al precedente governo.

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