Sudan, accordi militari-civili cancellati

di Enrico Casale
Abdel Fatah al-Burhan

Salgono a 35 le persone uccise e 650 quelle ferite nell’attacco a un sit-in degli oppositori. Lo riferiscono gli organizzatori della protesta. I dimostranti, che chiedono un rapida transizione dei poteri dalla giunta militare a un’autorità civile dopo la fine dell’era del presidente Omar al Bashir, hanno annunciato di aver sospeso i negoziati con i militari. Le Forze per la dichiarazione della libertà e del cambiamento, che rappresentano i dimostranti, hanno lanciato un appello per lo sciopero generale e la disobbedienza civile, e perché la comunità internazionale «non riconosca il colpo di Stato».

Da parte sua, il Consiglio militare transitorio ha annunciato la cancellazione di tutti gli accordi firmati con i dimostranti civili. Nella notte, il capo della giunta sudanese, Abdel Fatah al Burhan, ha parlato in televisione. Un discorso di pochi minuti in cui ha annunciato una serie di misure. Ha dichiarato che saranno interrotti i negoziati con i civili, aggiungendo che l’unico modo per ristabilire l’ordine è quello di tenere le elezioni. L’ufficiale ha quindi annunciato il voto nazionale e regionale entro 9 mesi, nonché la formazione di un governo.

I ministri avranno tre compiti: arrestare tutti i membri dell’ex regime di Omar al Bashir coinvolti nella corruzione e nei crimini, portare la pace nelle regioni in conflitto e preparare un ambiente favorevole a elezioni trasparenti. Il capo del Consiglio militare si è impegnato di nuovo a consegnare il potere ai parlamentari scelti dal popolo.

Per quanto riguarda il massacro di lunedì 3 giugno, Abdel Fatah al-Burhan è stato molto critico. Ha detto che si è rammaricato del fatto che la pulizia di Nile Street sia intervenuta così duramente. Nile Street, questo è il luogo in cui sono scoppiate tre sparatorie la scorsa settimana, non è il famoso sit-in davanti allo Stato maggiore della Difesa.

La magistratura aprirà un’indagine, ha detto l’ufficiale, aggiungendo che la stabilità del Paese ha un costo e richiede sacrifici. I militari sembrano voler respingere le responsabilià dello spargimento di sangue, poiché Abdel Fatah al-Burhan ha chiarito che in questa situazione i torti sono stati condivisi. I politici, spiega l’ufficiale, hanno la stessa responsabilità dei militari.

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