Sud Sudan: una buona notizia e una cattiva notizia

di Raffaele Masto

L’Unicef ha reso noto che 200 bambini soldato sono stati rilasciati dai gruppi armati nell’area occidentale di Yambio. Nel complesso, dall’inizio dell’anno, sono oltre 500 i bambini liberati. I bambini liberati erano agli ordini del Movimento di
liberazione nazionale del Sud Sudan, che nel 2016 ha firmato un accordo di pace con il governo e ora gradualmente si sta inserendo nei quadri dell’esercito.

Si tratta di una piccola buona notizia in una grande cattiva notizia. I bambini liberati sono duecento e il programma ne prevede la liberazione in totale di circa mille. Ma i bambini soldato in Sudan, secondo stime per difetto, sono circa ventimila.

Ma la brutta notizia non è questa, è il Sud Sudan: una guerra per la quale non si riesce a trovare un modo per fare sedere al tavolo le parti in conflitto e dunque una guerra infinita, senza prospettive. In Sud Sudan si sono bruciati almeno una ventina di accordi di cessate il fuoco. L’ultimo quello di dicembre, rinegoziato a marzo e già saltato.

Sulla carta a farsi la guerra sono il presidente Salva Kiir, un dinca, e il suo ex vice Riek Machar, un nuer. Ma come tutte le guerre lasciate a se stesse ormai si tratta di un conflitto che si è frammentato in diverse formazioni armate ognuna con un suo signore della guerra e ognuna contro tutti.

In gioco ci sono i ricchi giacimenti di greggio e la gestione dell’acqua del Nilo, due potenziali business miliardari che le formazioni armate si contendono per poter vendere greggio di contrabbando, spesso al vecchio nemico, il nord di Khartum.

Se la guerra continua così i bambini continueranno ad essere arruolati. Lo vietano le convenzioni e gli accordi. Ma come si sa in guerra non ci sono regole.

(Raffaele Masto – BuongiornoAfrica)

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