Stelle d’Africa: Paul Crescent Beninga

di claudia

In ricordo del giornalista e scrittore Raffaele Masto – una vita dedicata a raccontare il continente africano, scomparso il 28 marzo 2020 – è stato indetto il Premio Raffaele Masto – promosso dalla Fondazione Amani, organizzato dal Comitato “Amici di Raffa” in collaborazione con Rivista Africa e Radio Popolare – a favore dell’attivismo civico in Africa. Ogni giorno vi presentiamo uno/a dei venti candidati, provenienti da ogni parte del continente, alla prima edizione del Premio. 

La stella di oggi è Paul Crescent Beninga, 32 anni, attivista centrafricano per la pace e i diritti civili, cooperante, professore all’Università Cattolica dell’Africa Centrale, esponente di spicco della società civile centrafricana, portavoce del Groupe de Travail de la Société Civile (GTSC) sur la résolution des conflits, la consolidation de la paix et le controle citoyen de l’action publique, movimento associativo creato a Bangui nel 2013 in seguito allo scoppio della crisi politica e militare della Repubblica Centrafricana. GTSC è una piattaforma che riunisce i membri di associazioni, ONG, Reti di gruppi informali, il cui obiettivo è fare in modo che la voce del popolo centrafricano sia presa in considerazione nell’ambito del processo di risoluzione del conflitto. GTSC organizza campagne di informazione e di sensibilizzazione, manifestazioni e altre forme di mobilitazione, seminari sulle emergenze sociali e problemi politici del Centrafrica ed elabora strategie di risoluzione dei conflitti.

Nell’aprile del 2019, Beninga lancia una manifestazione per denunciare la mancanza d’acqua a Bangui. La protesta viene vietata e Beninga viene messo in prigione per quattro giorni. La mobilitazione per la sua liberazione convince il Governo a costruire centinaia di pozzi e far fronte così alla penuria d’acqua. Nel 2020 Beninga denuncia l’inquinamento provocato da sostanze chimiche sversate nei fiumi da una società cinese impegnata nell’estrazione dell’oro, costringendola a sospendere le sue attività illegali. Convinto che la salvezza del popolo centrafricano passi attraverso l’educazione, nel 2021 vorrebbe lanciare un istituto di istruzione privato chiamato Istituto Centroafricano di Scienze Sociali e Management.

Sabato 25 settembre sarà comunicato il nome del vincitore del riconoscimento che intende fornire visibilità e sostegno a esponenti della società civile africana.

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