di F. Adele Casale – Centro studi AMIStaDeS APS
L’attuale governo somalo, erede di quello di transizione, vuole fare della Somalia un attore regionale attivo e dinamico in Africa orientale. Aprendosi ad accordi e dialoghi con diversi Paesi, sembra avere successo, ma il suo operato non è senza compromessi.
Perlopiù conosciuta per violenze, conflitti e povertà che sfuggono al governo centrale, la Somalia non è solo una Repubblica Federale parlamentare del Corno d’Africa, ma anche una società organizzata su base clanica, estremamente viva e dinamica politicamente. Internamente gli attori non statali sono numerosissimi e dalle identità multiple. I loro interessi e le loro esigenze economiche, politiche e sociali (a volte in contrasto con quelli del governo centrale), si intrecciano reciprocamente e simultaneamente a diversi livelli.
Da una parte, tali caratteristiche socio-politiche costituiscono un’enorme ricchezza storico- culturale. Dall’altra, con il contributo delle ingerenze coloniali prima e delle politiche di influenza di attori esterni oggi, le stesse peculiarità rendono il Paese pericolosamente instabile e frammentato.

Per la sua posizione strategica tra il Mar Rosso, il Golfo di Aden e l’Oceano Pacifico, è interesse diffuso rendere il Paese il più stabile possibile, ma spesso questo obiettivo risulta in azioni unilaterali subite che indeboliscono ancora di più l’assetto già fragile.
Il Presidente Dr. Hasan Sheikh Mohamud, eletto il 15 maggio 2022 è erede del Governo di Transizione (GFT), e mira a fare della Somalia un attore attivo nella regione, con obiettivi di stabilità, pace, sviluppo e coesione in Africa orientale. La politica estera del suo governo è caratterizzata perlopiù da relazioni bilaterali. Per esempio, nel corso del 2024, le rappresentanze somale hanno viaggiato in Burundi, Uganda , Djibouti in ottobre; hanno aperto a diversi accordi di collaborazione in vari settori con la Tanzania a fine dicembre; hanno riaperto il dialogo con il Kenya a inizio maggio (che continua nel 2025). Con l’intermediazione della Turchia, la Somalia è giunta ad accordi di pace con l’ Etiopia a dicembre, a seguito degli avvenimenti del Somaliland, e contro la quale gli analisti identificano l’asse Somalia – Eritrea – Egitto.
A livello più internazionale, la Somalia è attiva in diverse Organizzazioni. Inoltre, il Presidente congratulandosi con Trump per l’esito delle elezioni statunitensi del novembre scorso, ha auspicato di continuare buone relazioni tra i due Paesi , ma al contempo, non rinuncia a un legame attivo e dinamico con le Monarchie del Golfo, con la Cina, con la Russia, e non solo. Non ultima l’Italia, i cui rapporti “hanno radici storiche profonde”
Internamente, il lavoro del governo centrale, non è senza compromessi. Se da una parte deve avere una tenuta ferrea per affermare la sua autorità, dall’altra deve tener conto delle poste in gioco locali, rappresentate in primis dai diversi clan, e fare dei compromessi.
Il 2025 è iniziato all’insegna di incontri istituzionali, il che sembra promettere una continuazione dell’impegno somalo nei dialoghi e relazioni bilaterali, e nel far sentire la sua voce sulle questioni internazionali.