Smantellato traffico di rifiuti elettronici

di Celine Camoin
rifiuti elettronici Agbogbloshie

Circa 2.500 tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici – un’intera discarica – inviate illegalmente in Africa da una rete di trafficanti intenzionati a lucrare sul riutilizzo di queste attrezzature scadenti e pericolose. Era questo il business della rete criminale smantellata a fine giugno alle isole Canarie, grazie a un’operazione condotta dalla Guardia Civil spagnola, in particolare dal servizio per la protezione della natura (Seprona), con il supporto di Europol e dei Carabinieri italiani.

Due anni d’indagini hanno permesso di risalire a una rete di una quarantina di persone, di cui 34 sono indagate per 138 episodi di trasferimento illegali. Carichi composti da rifiuti pericolosi partiti via mare con l’ausilio di documenti falsificati, a partire dal porto di Santa Cruz de Tenerife a destinazione di più Paesi africani. L’elenco fornito dagli investigatori comprende nazioni dell’Africa occidentale: il Senegal, il Ghana, il Gambia, il Togo, il Benin, la Guinea Conakry, la Sierra Leona e principalmente la Nigeria. Tra gli indagati figura una donna italiana, arrestata mentre preparava carte false da presentare alla dogana.

Secondo un comunicato di Europol, il materiale illegale era composto da apparecchiature obsolete, di seconda mano e persino scarti di discariche. Tra queste, elettrodomestici, motori, pezzi di ricambio, e soprattutto attrezzature elettriche ed elettroniche. Rifiuti pericolosi, contenenti mercurio, arsenico o fosforo, e che spesso finiscono in Africa nelle mani di ragazzi per il recupero di alluminio e di rame.

«L’Africa non può essere la nostra pattumiera. Esiste un efficiente sistema di raccolta e riciclo nel nostro Paese, se ci sono delle falle lo verificheremo» aveva avvertito il ministro italiano dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, dopo aver preso visione, a inizio 2019, del rapporto realizzato da Greenpeace e dal Basel Action Network (Ban) dal titolo Buchi nell’economia circolare. Il rapporto documenta come da una parte l’Europa abbia il tasso di raccolta e riciclo dei Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) più alto del mondo, il 35%, ma d’altra parte, 350 mila tonnellate all’anno di questi rifiuti vengano esportati illegalmente.

Non è chiaro se i rifiuti salpati dalle Canarie verso l’Africa siano stati, almeno parzialmente, di provenienza italiana. Ma era sicuramente l’Italia il principale Paese di provenienza di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati inviati in Bulgaria e scoperti all’inizio di quest’anno a Pleven. Permessi d’importazione illegali e sicuramente negoziati con soggetti in Italia hanno reso possibile questa vendita illecita di rifiuti.

L’Africa ospita la più grande discarica di rifiuti elettronici al mondo, quella di Agbogbloshie, alla periferia di Accra, capitale del Ghana. Il Kenya, dal canto suo, dallo scorso gennaio ha vietato l’importazione di rifiuti Raee di seconda mano.

Céline Camoin

Nell’archivio del sito di Africa Rivista, sono disponibili articoli e fotografie su Agbogbloshie.

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