Senegal: l’eredità contesa del Movimento 23 Giugno e l’incognita del terzo mandato

di claudia

Esattamente dieci anni fa nasceva in Senegal il Movimento 23 Giugno, conosciuto poi con la sigla M23, una coalizione che riuniva partiti e associazioni accomunati dalla volontà di impedire al presidente allora in carica, Abdoulaye Wade, di forzare la Costituzione per correre per un terzo mandato presidenziale.
Il M23, come è noto, riuscì nel suo intento, rinnovando quella che vari osservatori hanno definito una tradizione senegalese che spiega o determina in parte la relativa stabilità e democrazia del Paese: il rifiuto fermo del terzo mandato presidenziale. Dopo manifestazioni e contestazioni che mobilitarono anche la diaspora e che causarono delle vittime, Wade rinunciò alla fine al suo progetto di riforma costituzionale e Macky Sall vinse le elezioni del 2012.

A dieci anni di distanza, l’eredità politica e morale del movimento è oggetto di contestazione. Un evento sarà organizzato oggi da attori dell’epoca in Place de la Nation. Contemporaneamente è prevista un’altra mobilitazione su appello di M2D, il Movimento per la Difesa della Democrazia creato a marzo, una coalizione che sostiene il leader del Pastef Ousmane Sonko, incriminato in un caso di presunto stupro. El Hadj Diouf, leader del partito dei lavoratori e in prima linea nel 2011, accusa Sonko di voler “monopolizzare” il movimento del 23 giugno e di servirsi di quella esperienza per i suoi scopi elettorali, dopo aver dimostrato di non essere all’altezza di guidare il Paese. Dal canto suo, l’organizzazione Y’en a Marre, che oggi sostiene il movimento M2D e all’epoca aveva avuto un ruolo centrale nella protesta contro Abdoulaye Wade, ha respinto l’invito di “ciò che resta dell’M23, controllato da chi ha fuorviato lo spirito del 23 giugno”.

Il vero oggetto del contendere è ancora una volta il terzo mandato. Il timore, dalle parti di Y’en a Marre e dell’M2D, è che si voglia usare la memoria del M23 per aprire la strada a un terzo mandato per Macky Sall. Il presidente, dal canto suo, si è sempre mantenuto vago rispetto alle sue intenzioni, pur avendo lasciato intendere, a conclusione della crisi di marzo (i disordini legati al cosiddetto caso Sonko) di essere pronto a farsi da parte. Le iniziative politiche dell’ultimo periodo, e in particolare i tour economici organizzati in varie parti del Paese, sono stati tuttavia interpretati da molti come l’avvio di una campagna elettorale.

Y’en a Marre, membro del M2D, porterà in piazza uno degli slogan di 10 anni fa: “no a una terza candidatura”. Le celebrazioni sono previste in ordine sparso a Dakar in tutta la giornata di oggi.

(Stefania Ragusa)

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