Sembene Ousmane, il mostro sacro della settima arte

di claudia

di Annamaria Gallone

 Il 1° gennaio 2023 Sembene Ousmane avrebbe compiuto cent’anni e la Cinemateca Francese lo sta celebrando con una retrospettiva iniziata il 5 gennaio. Ribelle da sempre e artista impegnato, non ha mai smesso, attraverso le sue opere, di denunciare le ingiustizie sociali e le mancanze umane che affliggono le società africane. Questo regista – e scrittore – autodidatta, riconosciuto a livello internazionale, le cui battaglie sono sorprendentemente attuali, rimane senza dubbio uno dei maestri della narrativa e della settima arte del e nel continente africano.

Ha scritto e filmato con la rabbia nel ventre. Una rabbia che deriva da una vita segnata da ferite. Meno personale che collettivo. Il tipo di ferite che forgiano le coscienze e danno vita a opere senza tempo.

In un certo senso, io sono politico e faccio sempre questa domanda al mio popolo: perché voler far appello a un film per esprimere le spinte del popolo, per esprimere la sua gioia, i suoi sogni? Come se fossi io stesso, in quanto regista, un eletto, un deputato. Invece non lo sono, non sono altro che un semplice africano. Ma il cinema mi conferisce un potere diverso.….Prima di essere universale, un artista è prima di tutto nazionale e addirittura paesano. È un incontro di due culture che, mentre si produce, deve provocare scintille creatrici.”  (Lezioni di cinema, pag,158/159)

Nato a Ziguinchor, nella Casamence, da una famiglia di pescatori, la sua lingua materna è il wolof, ma a partire dai sette anni, frequenta la scuola coranica e quella francese, imparando il francese e l’arabo. Alunno indisciplinato, a 13 anni viene espulso dalla scuola per aver schiaffeggiato un professore che voleva obbligarlo a imparare il corso. Cresce nel clima della lotta al colonialismo. Pescatore adolescente, si forma, come diceva lui, «nell’università della strada». A 15 anni si reca a Dakar, allora capitale dell’Africa occidentale francese, mentre la capitale del Senegal era allora Saint-Louis. Nel 1942 viene arruolato nella fila dell’esercito francese durante la Seconda Guerra Mondiale e fa parte dei tirailleurs sénégallais. 

Tornato a Dakar, nel 1946, partecipa ai primi scioperi dei ferrovieri e si imbarca clandestinamente per la Francia e sbarca a Marsiglia, dove sopravvive svolgendo diversi lavori saltuari: meccanico, scaricatore, muratore, operaio. Aderisce al partito comunista francese nel quale rimarrà fino al 1960 e si batte contro la guerra in Indocina e per l’indipendenza dell’Algeria. In Francia inizia la sua attività di scrittore, ma poi si reca in Russia per dedicarsi al cinema perché dice «Mi sono reso conto che con i libri, in Africa, potevo raggiungere solo un numero limitato di persone».

Oggi mi fermo qui, dopo avervi dato un’idea di questo mitico personaggio, perché nei prossimi appuntamenti vi parlerò dettagliatamente dei suoi film e anche dei ricordi personali che mi legano a lui.

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