Sahara Occidentale, rappresentante Onu denuncia le violazioni del Marocco

di claudia
Oubi Bouchraya Bachir

Mentre si stava per concretizzare l’annuncio del riconoscimento da parte di Israele della sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale, è circolata una dichiarazione del rappresentante del Fronte Polisario (il movimento politico-militare sahrawi che lotta per l’indipendenza) in Svizzera e presso l’Onu e le organizzazioni internazionali a Ginevra, Oubi Bouchraya Bachir. Quest’ultimo ha affermato che le città sahrawi “occupate dal Marocco” continuano ad essere “teatro di ogni forma di violazione sistematica dei diritti umani”. Ha messo in guardia contro “un’imminente escalation” in assenza di qualsiasi reazione da parte della comunità internazionale dinanzi a questa situazione.

In una dichiarazione ai media, il diplomatico sahrawi si è rammaricato che “nonostante la chiarezza della questione sahrawi, la sua correttezza e il suo status giuridico che impone al mondo una responsabilità nei confronti della terra e del popolo sahrawi, i territori occupati delle città sahrawi continuano ad essere teatro di ogni forma di efferata e sistematica violazione dei diritti umani, di fronte al silenzio assordante della comunità internazionale”.

Ha deplorato, in proposito, in particolare “l’assenza di prerogative per la Missione delle Nazioni Unite per l’organizzazione di un referendum nel Sahara occidentale (Minurso), tuttavia presente sul posto da 32 anni, per monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani da parte del Marocco, nonostante i molteplici appelli a dotare questa missione delle Nazioni Unite di un meccanismo di monitoraggio dei diritti umani”.

Secondo Oubi Bouchraya, “la mancata dotazione alla Minurso di tale meccanismo è frutto del veto e delle manovre del Marocco, che gode dell’appoggio di alcuni Paesi all’interno del Consiglio di sicurezza”.

Ha sottolineato, a questo proposito, che “la soddisfazione di questo punto è ora più che mai urgente, data la gravità delle violazioni dei diritti umani nei territori saharawi occupati a seguito in particolare della violazione dell’accordo di cessate il fuoco in vigore il 13 novembre , 2020 e l’impasse in cui si trova il processo politico”, rilevando che “questo stato di cose ora dà il via libera al Makhzen per accentuare la sua politica repressiva, in particolare se la comunità internazionale continua nel silenzio e l’immobilità”.

Per il diplomatico sahrawi, è questa nuova situazione che spiega il recente appello lanciato dal Gruppo di Ginevra, amici del popolo sahrawi, all’Alto commissario per i diritti umani durante i lavori della 53a sessione del Consiglio dei diritti umani per rilanciare le visite in i territori sahrawi occupati, sospesi dal 2015 per il rifiuto del Marocco.

Oubi Bouchraya ha indicato, infine, che “la dotazione della Minurso di un meccanismo di monitoraggio dei diritti umani nei territori sahrawi occupati creerà un clima favorevole necessario al rilancio di qualsiasi processo politico”.

Le dichiarazioni del rappresentante sahrawi sono integralmente riportate dall’agenzia di stampa algerina Aps.

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