Paboy, lo stilista gambiano che cuce il suo talento a Napoli

di claudia

di Claudia Volonterio

Una foto di un cuscino colorato e ricamato, interamente realizzato a mano, postata sui social durante la pandemia: così ha cominciato a decollare la carriera di artigiano e designer di Paboy Bojang, ventinovenne originario del Gambia, oggi residente a Napoli, dove ha fondato la sua piccola, ma in ascesa, impresa sociale di arredamento “In Casa by Paboy”. Il giovane arriva nel 2015 come migrante a Lampedusa dopo aver vissuto sulla sua pelle l’inferno libico e la traversata del Mediterraneo. Oggi lavora assieme alla sua giovane squadra di talento a Napoli formata da immigrati di vari paesi.

In Casa by Paboy è una piccola impresa sociale di articoli per la casa con sede a Napoli fondata dall’artigiano e designer Paboy Bojang, 29 anni, durante il primo blocco pandemico nella primavera del 2020. Il giovane, si legge sul suo sito, cuce a mano fodere per cuscini dai colori vivaci in 100% cotone, materiale che acquista da fornitori locali nel suo quartiere nel centro storico di Napoli. La sua storia di successo è stata raccontata dal Guardian ed è un racconto di speranza, che accende una luce sul destino dei migranti che arrivano sulle coste italiane. Paboy ce l’ha fatta, ma il percorso per arrivare dove è ora non è stato facile.

Il giovane designer gambiano è cresciuto con la nonna a Serrekunda, a sud-ovest della capitale del Gambia, Banju. A soli tredici anni ha imparato a cucire e ha cominciato a fare esperienza nella sartoria gestita da uno zio. Alla morte della nonna si ritrova da solo e, giovanissimo, decide di partire per l’Europa, per fuggire da una brutale dittatura sotto la quale aveva vissuto per 22 anni. Ha attraversato diversi paesi a piedi, affrontando il deserto, prima di arrivare a Tripoli, trovandosi a dormire per strada in diverse occasioni. “Ho dormito per strada, nei garage, sotto le auto… La Libia è stata terribile, ho subito molti traumi lì”, ha riferito al Guardian. Come tanti altri migranti è stato costretto a versare un’ingente somma di denaro ai trafficanti di esseri umani per un posto sul barcone in rotta verso l’Europa. “Non ho mai visto cose così orribili in vita mia. A loro non importava chi fossimo, era come se fossimo animali”, ha aggiunto il giovane.

Dopo due giorni di navigazione in condizioni estreme, sbarca a Lampedusa per poi dirigersi a Napoli, dove è rimasto per un anno in un centro profughi. Il suo primo impiego in Italia lo porta a lavorare per una fabbrica di piastrelle. Nel 2020 si trova senza lavoro a causa delle lentezza di alcune procedure burocratiche legate ai suoi documenti. La situazione di stallo della pandemia e del blocco totale di ogni attività non ferma il giovane, che per contrastare quella situazione si mette in gioco e fa fiorire il suo talento proprio in quel periodo.

Il suo successo è senza dubbio straordinario: inizia a realizzare fodere per cuscini utilizzando inizialmente i tessuti che aveva a disposizione e una vecchia macchina da cucire che gli era stata prestata. Posta le sue creazioni su Instagram e la risposta del pubblico, grazie alla qualità e al suo stile, è stata immediata.

Colore, cura dei dettagli e semplicità sono i tre aggettivi che contraddistinguono le sue opere, vendute oggi come pezzi di design, avendo ottenuto il valore che meritavano. “Non era affatto quello che mi aspettavo”, ha commentato. “Il mio sogno ora è far crescere l’azienda e assumere più immigrati. Voglio mostrare al mondo che abbiamo talento, abbiamo capacità e facciamo cose belle che meritano di essere pagate bene”, chiosa Paboy.

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