Marocco e Onu litigano sul Sahara occidentale

di Enrico Casale
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saharawiIl Marocco e le Nazioni unite sono ai ferri corti. Rabat si è detta offesa perché la scorsa settimana il Segretario generale Onu, Ban Ki-moon, ha utilizzato la parola «occupazione» per descrivere la presenza del Marocco nel Sahara occidentale, regione al centro di una disputa dal 1975. Un termine che, secondo quanto riportano le agenzie di stampa marocchine, è «inaccettabile».

Il Governo del Marocco ha così annunciato di voler ridurre il personale nella missione Onu nel Sahara occidentale e ha minacciato di ritirare tutto il suo personale dalle missioni di pace Onu nel mondo.

La questione del Sahara occidentale è un nervo scoperto per il Marocco. La regione, ex colonia spagnola, è stata occupata dalle forze armate marocchine nel 1975 quando Madrid si è ritirata dopo la morte del caudillo Francisco Franco. In quel momento, la popolazione locale, sostenuta dall’Algeria, ha lanciato una guerriglia che è terminata con il cessate-il-fuoco del 1991, in cambio della promessa di celebrare un referendum sullo statuto definitivo del Sahara occidentale deciso dall’Onu nel gennaio 1992.

Il referendum però non si è tenuto e nel 2004 la durata della missione Onu nel Paese è stata prorogata per consentire l’esame di una nuova proposta di pace, che prevedeva un referendum entro 5 anni, durante i quali l’area sarebbe stata soggetta ad una «Autorità del Sahara occidentale» guidata da un esecutivo eletto dalla popolazione sahrawi.

Nell’aprile 2007 l’Onu ha ribadito l’impegno a favore di una soluzione politica definitiva, che tuttavia non è stata ancora concordata tra le parti.

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