Mali: sanzioni, tredici Ong chiedono deroghe per aiuti umanitari

di claudia
povertà

Le sanzioni imposte dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) al Mali potrebbero avere un impatto devastante sul Paese, dove una persona su tre dipende già dagli aiuti umanitari.

Questo il monito lanciato da 13 Ong che stanno esortando tutti gli Stati e gli organismi che sostengono queste sanzioni “a impegnarsi inequivocabilmente ad applicare esenzioni umanitarie, in modo che gli aiuti salvavita possano raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno”. Lo si apprende da un comunicato congiunto diffuso dal Norwegian Refugee Council (Nrc) e dall’International Rescue Committee (Irc) che fanno parte del gruppo.

Le tredici Ong chiedono quindi alla comunità internazionale di proteggere la popolazione del Mali, dopo l’annuncio di nuove sanzioni contro il Paese in risposta alla decisione delle autorità provvisorie di accantonare le elezioni democratiche promesse per il mese prossimo.

La settimana scorsa, l’Unione europea ha annunciato piani per sostenere l’Ecowas nell’attuazione di sanzioni collettive sul Mali. Le restrizioni dell’Ecowas includono la chiusura delle frontiere e l’imposizione di un embargo commerciale, così come il taglio degli aiuti finanziari e il congelamento dei beni del Paese presso la Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale.

Le Ong sottolineano che queste sanzioni avranno conseguenze devastanti per il popolo maliano che sta già affrontando “la peggiore insicurezza alimentare degli ultimi 10 anni, con oltre 7,5 milioni di persone – più di un terzo della popolazione del Paese – che hanno bisogno di aiuti umanitari. Le organizzazioni sottolineano quindi come sia fondamentale che “queste nuove restrizioni non ostacolino ulteriormente la capacità delle persone di accedere all’assistenza umanitaria e ai servizi sociali di base in un Paese dove il 70 per cento del cibo è importato e dove 1,2 milioni di maliani stanno affrontando una crisi alimentare”. Il Mali è fortemente dipendente dall’assistenza esterna per finanziare i servizi sociali di base. Nel settore della salute, ad esempio, i donatori esterni hanno coperto il 33 per cento della spesa sanitaria totale nel 2019, si legge nella nota.

Nonostante più di un terzo della popolazione del Paese dipenda dagli aiuti umanitari, le organizzazioni che lavorano in Mali devono già affrontare gravi limitazioni di accesso. “I maliani stanno già sopportando il peso della catastrofe umanitaria, punteggiata da orribili attacchi contro i civili. Le sanzioni non devono impedirci di fornire assistenza essenziale in un Paese dove la siccità, la crescente insicurezza e l’impatto economico del Covid-19 stanno già spingendo milioni di maliani oltre il limite”, ha detto Elena Vicario, direttore del Consiglio norvegese per i rifugiati in Mali.

Anche gli Stati Uniti hanno sottolineato il loro sostegno all’Ecowas mentre la Francia ha sospeso i voli per il Mali.

Le 13 organizzazioni – tra cui il Norwegian Refugee Council (Nrc) e l’International Rescue Committee (Irc) – chiedono “urgenti deroghe umanitarie alle sanzioni e qualsiasi processo amministrativo correlato deve essere chiarito con urgenza, al fine di proteggere la risposta umanitaria in Mali. “Per continuare il loro lavoro in modo efficace, gli attori umanitari devono avere accesso illimitato per il trasporto di beni salvavita tra cui cibo e medicine, così come le garanzie di poter trasferire fondi nel paese senza violare le sanzioni”, viene sottolineato nel comunicato.

“E’ imperativo che la comunità internazionale continui a rispondere ai bisogni urgenti della gente, e che qualsiasi nuova sanzione abbia esenzioni umanitarie concrete. Queste devono essere monitorate e implementate, o le persone più vulnerabili del Mali ne pagheranno il prezzo”, dice Franck Vannetelle, direttore nazionale dell’Irc in Mali.

“Il Mali, l’Ecowas e i membri della comunità internazionale che sostengono queste sanzioni devono monitorare il loro impatto e impegnarsi inequivocabilmente ad applicare le esenzioni umanitarie in linea con le linee guida esistenti prendendo tutte le misure necessarie per limitare l’impatto di queste misure sui civili”, sottolineano le Ong.

La lista completa dei firmatari include: Comitato Internazionale di Salvataggio, Azione contro la fame, Care, Ceci, Consiglio danese per i rifugiati, Hlp, Mercy Corps, Aiuto della Chiesa Norvegese, Consiglio norvegese per i rifugiati, Oxfam, Piano Internazionale, Terre des hommes Losanna, Visione Mondiale.

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