La prima piattaforma africana di riduzione delle emissioni

di claudia

Tamuwa, la più grande azienda di biomassa del Kenya, sta avviando la prima piattaforma verificabile di riduzione delle emissioni in Africa. L’obiettivo è quello di fornire informazioni relative ai propri progetti e a quelli di altre aziende della regione che riducono la produzione di emissioni.

La piattaforma, che sarà conosciuta come CYNK, utilizzerà Hedera Hashgraph per tracciare le riduzioni delle emissioni, permettendo inoltre di cedere le stesse riduzioni a grandi soggetti inquinanti che mirano a compensare le proprie emissioni. L’operazione sarà implementata attraverso la tecnologia blockchain.

L’intenzione di Tamuwa, un’unità di Tamu Group con sede a Singapore, è quella di garantire più reddito da riduzioni di emissioni verificabili, o VERs. Tamuwa produce quasi tutte le sue bricchette di biomassa da rifiuti noti come bagassa, generati dalle operazioni di macinazione dello zucchero in Kenya. La bagassa produce metano se lasciata marcire.

Le bricchette sostituiscono l’uso della legna da ardere o del carbone di legna per una serie di scopi, tra cui l’essiccazione del tè, una delle maggiori fonti di reddito in valuta del Kenya. La sola produzione del tè consuma circa 3 milioni di metri cubi di legna da ardere ogni anno, contribuendo alla deforestazione. La Kenya Tea Development Authority sta spingendo i suoi membri a usare prodotti come quelli realizzati da Tamuwa. 

Tamuwa prevede di generare 5 milioni di VER tokenizzati nei prossimi cinque anni e CYNK è in trattative con altre aziende per unirsi alla piattaforma. CYNK è stato istituito con i fondi per l’impatto sostenibile della Fondazione Hbar e ha ottenuto oltre 100 milioni di dollari. La fondazione è stata creata dal consiglio direttivo di Hedera, che include rappresentanti di Boeing Co., Standard Bank Group e altre aziende. “È un progetto completamente verificabile, che migliora la fiducia e la trasparenza, il che significa una migliore liquidità per le attività”, ha detto Wes Geisenberger, che gestisce il fondo per la Fondazione Hbar.

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