Kenya: uno straordinario ecosistema marino

di Valentina Milani

Lo straordinario ecosistema naturale che vive sotto la superficie dell’Oceano Indiano ha reso il Kenya una meta ideale anche per gli amanti delle immersioni. Non solo safari alla ricerca dei big five nel Paese dell’Africa orientale quindi, ma anche esplorazioni marine alla scoperta di rarissime specie di pesci e dell’animatissima vita subacquea.

La costa del Kanya è infatti ricca di meravigliose barriere coralline che presentano una varietà biologica davvero preziosa. Ospitano specie rare di pesci come il mantis shrimp, il potato grouper, l’humphead wrasse e il maxima clam, oltre a diverse alghe e coralli. Le barriere che sorgono di fronte alle spiagge di Malindi, Watamu e Shimo la Tewa sono un vero tesoro.

Uno degli spettacoli della natura più coinvolgenti è osservare i branchi di balene migratorie che passano nelle vicinanze della barriera corallina esterna. Ma si possono anche ammirare delfini e tartarughe.

Il Parco Nazionale Marino di Watamu, a nord di Mombasa, è un’area protetta che offre diversi punti di immersione. La barriera corallina si trova, in questa zona, vicino alla costa e nella sua parte esterna è caratterizzata da pareti a strapiombo formate da grandi coralli ‘cervello di mare’ (Colpophyllia natans) che attraggono un’enorme quantità di pesci.

Le profondità medie di immersione all’altezza del Turtle Reef centrale si aggirano intorno ai 10-15 metri, con alte teste di corallo molto amate dai pesci pappagallo e dai pesci chirurgo. Abitano la barriera anche alcuni squali pinna bianca.
Il parco marino di Watamu è anche un luogo importante per la deposizione delle uova della tartaruga verde, una specie in via di estinzione. Il meraviglioso fenomeno avviene sulle spiagge di Watamu diverse volte l’anno e consente l’avvistamento di masse di cuccioli.

Numerose sono però le minacce per le barriere coralline come i danni causati dai rifiuti inquinanti delle industrie, le crescenti sedimentazioni di detriti portati dai fiumi e i cambiamenti climatici. A causa del riscaldamento globale, la temperatura superficiale del mare sta crescendo provocando danni alla flora e alla fauna marina. Il CORDIO (COral Reef Degradation in the Indian Ocean) ha istituito una task force nell’Africa dell’est per monitorare la gestione della barriera.

(Valentina Giulia Milani)

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