Italia-Libia – Un gommone si ribalta: 5 migranti morti, 562 in salvo

di Enrico Casale
I giudici del Cairo hanno interrogato sul caso Regeni due giornalisti e un avvocato sotto processo per presunte attività sovversive. Secondo quanto denunciato da Khaled Dawood, esponente del partito di sinistra Dostor e giornalista del quotidiano "al Ahram", ai giornalisti Amr Badr e Mahmud al Saqqa, e all'avvocato Malek Adly, è stato chiesto quale fosse la loro opinione sul caso dello studioso italiano ucciso a inizio febbraio. "La Corte ha chiesto quale fosse la loro opinione sul caso Regeni, sulla legge del pubblico impiego e sull'operato del governo: mi chiedo quale sia lo scopo di queste domande che non hanno nulla a che fare con le accuse contestate agli imputati", si legge in un messaggio di Dawood su Facebook. L'avvocato Khaled Ali, intanto, ha presentato ricorso per chiedere la scarcerazione dei tre, accusati in base alla severa legge anti-terrorismo. I procuratori hanno mostrato ai giudici alcuni messaggi Twitter di Adly che, a loro dire, dimostrerebbero la sua colpevolezza. La difesa, tuttavia, ha spiegato che l'account Twitter del loro assistito era stato manomesso, come denunciato in precedenza dallo stesso Adly. Amr Badr e Mahmud al Saqqa furono stati arrestati in un blitz della polizia avvenuto domenica primo maggio nella sede del Sindacato della stampa. Il loro arresto e l'irruzione delle forze di polizia avevano scatenato le proteste della societa' civile e dei rappresentanti della stampa. I due sono accusati di aver preso parte alle proteste non autorizzate del 15 e 25 aprile scorso contro il trasferimento della sovranita' delle isole Tiran e Sanafir all'Arabia Saudita. Entrambi, in particolare, devono rispondere dell'accusa di affiliazione a un presunto gruppo terroristico. Se condannati, i due potrebbero trascorrere fino a 10 anni in carcere. Pochi giorni dopo e' stato arrestato anche l'attivista e avvocato per i diritti umani egiziano Malek Adly, che stava seguendo proprio caso dei giornalisti Badr e al Saqqa. (AGI) http://www.agi.it/estero/2016/05/25/news/giornalisti_egiziani_interrogati_sul_caso_regeni-803663/

Un gommone con centinaia di migranti è affondato al largo della Libia. Una nave che si trovava poco distante ha effettuato i primi soccorsi. Secondo le informazioni fornite dalla Marina Militare sono stati recuperati 5 corpi e tratte in salvo 562 persone. Non è chiaro se ci sono dei dispersi. Da qualche giorno erano ripresi i viaggi dalla coste africane per raggiungere l’Italia. Nelle ultime 48 ore sono giunte più di 3000 persone e non è escluso che in mare ci siano attualmente altri barconi che tentano di raggiungere il nostro Paese.
Secondo una prima ricostruzione il barcone aveva lanciato l’sos e subito si è mossa la nave Bettica della Marina Militare. Prima che iniziassero le operazioni di soccorso il barcone si sarebbe rovesciato e la maggior parte degli occupanti sarebbe caduto in mare. Già altre volte era accaduto che i migranti si ammassassero su un lato dell’imbarcazione e causassero il rovesciamento. Molti di loro non sanno nuotare .
(25/05/2016 Fonte: Corriere della Sera)

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