In Africa centrale un terzo della popolazione vive in povertà estrema

di claudia
povertà in nigeria

di Céline Camoin

Nel 2024, oltre 20 milioni di persone nella regione della Comunità economica e monetaria dell’Africa Centrale hanno vissuto in povertà estrema, con meno di 2,15 dollari al giorno. La Banca Mondiale denuncia una crescita economica insufficiente e chiede riforme strutturali per ridurre le disuguaglianze.

Nel 2024, il 32,8% della popolazione della Comunità economica e monetaria dell’Africa Centrale (Cemac) ha vissuto con meno di 2,15 dollari al giorno, soglia definita di povertà estrema dalla Banca Mondiale. Lo riferisce il sito economico EcoMatin, che cita il rapporto Cemac Economic Barometer pubblicato dalla stessa istituzione di Bretton Woods. In termini assoluti, si tratta di 20,76 milioni di persone su una popolazione complessiva stimata di 63,3 milioni.

Il dato rappresenta un peggioramento rispetto al 2023, quando il tasso era al 32,2%. Secondo la Banca mondiale, l’aumento è legato al fatto che “il recente progresso economico non è stato sufficientemente inclusivo da consentire a un numero significativo di persone di uscire dalla povertà”.

Il fenomeno varia sensibilmente da un Paese all’altro. In testa per incidenza della povertà estrema c’è la Repubblica Centrafricana, dove il 68% della popolazione – circa 3,4 milioni di persone – vive con meno di 2,15 dollari al giorno. Seguono il Congo (47%, ovvero 2,9 milioni), il Ciad (40%, pari a 8,1 milioni) e il Camerun (23%, ossia 6,8 milioni di persone). Situazione meno grave in Gabon, dove la povertà estrema colpisce solo il 3% della popolazione (75.000 persone), e in Guinea Equatoriale con il 5% (95.000 persone).

Il quadro si aggrava ulteriormente se si considerano soglie di povertà più elevate: il 58,2% della popolazione Cemac vive con meno di 3,65 dollari al giorno e l’82,1% con meno di 6,85 dollari. Una condizione che, secondo il rapporto, riflette la bassa crescita del reddito pro capite, la scarsa qualità del lavoro e l’esclusione persistente dal mercato formale.

Per invertire la rotta, la Banca mondiale raccomanda una riforma profonda delle politiche economiche: tra le misure indicate figurano il sostegno all’imprenditoria, investimenti nell’occupazione giovanile, incentivi alle esportazioni e l’attuazione delle riforme previste dal Pref-Cemac II e dal Programma Economico Regionale (Per).

A titolo di confronto, la situazione appare migliore nell’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale (Uemoa), dove la povertà estrema riguarda il 22,5% della popolazione.

Condividi

Altre letture correlate: