Il premio Mo Ibrahim a Issoufou fa discutere

di Enrico Casale
issofou

L’assegnazione del premio africano per la leadership della Mo Ibrahim Foundation al presidente uscente del Niger, Mahamadou Issoufou, non convince gli attivisti dell’antenna nigerina del movimento “Tournons la page” (Tlp, voltiamo pagina).

«Questo premio giunge in un clima di profonda divisione e violenta polarizzazione della vita politica e sociale, di cui il presidente Issoufou è il principale responsabile», sostiene Tlp in un comunicato. Il messaggio ricorda inoltre che è ancora in atto una controversia elettorale sui risultati delle elezioni presidenziali dello scorso 27 febbraio.

«Se questo premio viene assegnato per riconoscere l’eccellenza della leadership in Africa con 95 indicatori contenuti nell’indice Mo Ibrahim, è legittimo mettere in discussione la scelta incentrata sul presidente nigerino. In effetti, il Niger non raggiunge, ad esempio, nemmeno il 50% di approvazione nelle categorie “livello di governance” (47,8%) o “diritti di partecipazione e inclusione” (49,5%)», osserva Tlp.

Facendosi portavoce di attivisti per i diritti le libertà individuali e d’espressione, il coordinatore di Tlp Niger, Maikoul Zodi – già più volte arrestato e detenuto  – deplora che «dozzine di attivisti sono stati imprigionati in Niger senza processo» e «un lento deterioramento della situazione economica segnata da scandali di corruzione, come l’UraniumGate o lo scandalo al ministero della Difesa», in un contesto di gestione del Paese «disfunzionale».

In un Paese afflitto da estrema povertà e in cui i cittadini «spesso percepiscono la politica come un modo per arricchirsi, come percepire il l’ottenimento di un premio, ancora prima della fine del mandato presidenziale, di 5 milioni di dollari, se non come “una pensione dorata” ben distante dalle difficoltà quotidiane dei nigerini?», si interroga il coordinatore nazionale di Tlp. «Lasciare la presidenza dopo due mandati è solo rispetto della legge fondamentale. Sebbene spesso calpestati altrove in Africa, i limiti di termine non sono condizione di buon governo», sottolinea ancora l’attivista, riferendosi agli elogi ricevuto da Issoufou perché lascia effettivamente la poltrona presidenziale dopo due mandati, come previsto dalla Costituzione.

Issoufou ha ricevuto il Premio Mo Ibrahim 2020 per aver affrontato «sfide apparentemente insormontabili», che vanno dalla povertà profonda al jihadismo e alla desertificazione. Nonostante questi problemi persistenti, «Issoufou ha guidato il suo popolo su un sentiero di progresso», ha affermato nella motivazione il presidente della commissione per i premi Festus Mogae, che è anche un ex presidente del Botswana.

«Oggi, il numero di nigerini che vivono al di sotto della soglia di povertà è sceso al 40%, dal 48% di dieci anni fa – afferma il comunicato -. Nonostante le sfide ancora aperte, Issoufou ha mantenuto le sue promesse al popolo nigerino e ha aperto la strada a un futuro migliore».

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