Il Marocco scommette sul «turismo medico»

di Enrico Casale
ospedale

In Marocco, il «turismo medico» potrebbe generare oltre 300.000 arrivi all’anno. Lo ha affermato Imad Berrakad, presidente del consiglio di amministrazione della Moroccan Tourism Engineering Company.

Il «turismo medico» è un fenomeno assai diffuso nel mondo. Si stima che, ogni anno, 20 milioni di persone si rechino in Paesi esteri con sistemi sanitari avanzati per ricevere cure mediche a basso costo, oppure per frequentare centri termali.

Il Marocco si è classificato al 31° posto nella classifica generale del «turismo medico». Sebbene, infatti, gli ospedali privati ​​possano attrarre gli stranieri, all’estero la sanità pubblica non è generalmente considerata all’altezza e gli ospedali pubblici sono considerati «decrepiti e privi di medici, medicinali e attrezzature qualificati».

Secondo Berrakad, però, il «turismo medico» potrebbe rappresentare un’opportunità «promettente» e presenta vantaggi comparativi e competitivi. Berrakad ha spiegato che lo sviluppo di questo comparto richiede la creazione di un’offerta medica adeguata, agenzie specializzate, nonché un quadro normativo che disciplini le loro attività. La Legge n. 113-13 del febbraio 2015, che autorizza investitori non medici ad aprire cliniche private, è vista come un possibile catalizzatore per gli investimenti nel «turismo medico».

Tuttavia, il professionista stima che l’ascesa del settore richieda anche una maggiore promozione, operatori maggiormente preparati, incentivi, linee guida legali. Se si creerà questo sistema, secondo Berrakad il Marocco potrebbe entrare tra le principali destinazioni internazionali per il «turismo medico» insieme a Turchia, Thailandia, Egitto, India, Libano e Malesia.

Lo sviluppo del turismo medico potrebbe aiutare il Marocco nella sua graduale ripresa economica, in particolare il settore del turismo, che rappresenta l’11% del Pil e ha subito un duro colpo dalla pandemia Covid-19.

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