Il Kenya all’Onu: «Chiudete Dadaab»

di Enrico Casale
il campo profughi keniano di dadaab

Il Kenya vuole che il campo profughi di Dadaab sia chiuso al più presto. In una lettera inviata alle Nazioni Unite il 12 febbraio, il governo di Nairobi ha chiesto che la struttura venga smobilitata e gli ospiti siano ricollocati altrove.

Nato negli anni Novanta in seguito alla crisi politico-militare somala, Dadaab è stato per anni il più grande campo profughi al mondo. Attualmente ospita ancora oltre 200.000 persone, in maggioranza somali. È una sorta di città isolata dal resto del Paese.

Il ministro degli esteri keniano ha giustificato la necessità di chiudere i battenti con motivi di sicurezza. Nella lettera alle Nazioni Unite è scritto: «È necessario trasferire i rifugiati da Dadaab in Somalia o in un paese terzo […] Dadaab è stata utilizzata come base per le attività che mettono in pericolo la sicurezza nazionale, compreso il terrorismo».

La lettera sembra far riferimento all’attacco islamista somalo islamista al complesso alberghiero Dusit a Nairobi avvenuto un mese fa e che ha fatto 21 morti.

Da allora, l’inchiesta ha rivelato che almeno un membro del commando aveva soggiornato a Dadaab dove avrebbe ricevuto aiuto per portare a termine l’attacco.

Il governo keniano sollecita uno sgombero entro sei mesi. «Il trasferimento dei rifugiati da Dadaab è un problema urgente, preoccupante e irrisolto da decenni». Nairobi afferma inoltre che la Somalia è «ora stabile e la crisi umanitaria è diminuita. La Somalia offre quindi nuove opportunità per i rifugiati».

Dal Palazzo di Vetro trapelano forti perplessità. «È una data irrealistica. Il progetto viola le convenzioni internazionali firmate dal Kenya», afferma una fonte interpellata da Rfi.

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