Il G20 sospende il debito di 77 Paesi poveri

di Enrico Casale
mercato in etiopia

Dopo il Fondo monetario internazionale, anche il G20 (il gruppo dei venti Paesi più industrializzati del mondo) tende la mano ai Paesi più poveri. A partire dal 1° maggio 2020, i 77 Paesi in via di sviluppo sostenuti dalla Banca mondiale non dovranno pagare gli interessi e le rate del capitale del debito. Una moratoria che durerà almeno sei mesi e potrà essere rinnovata anche successivamente. La decisione è stata presa per sostenere le nazioni più povere nella lotta alla pandemia di coronavirus.

«Sosteniamo una sospensione temporanea dei pagamenti a servizio del debito per i Paesi più poveri», si legge nel comunicato finale dei ministri finanziari e dei governatori del G20, che si sono riuniti virtualmente sotto la presidenza di turno dell’Arabia Saudita. La moratoria è stata accettata anche dal Club di Parigi, l’organizzazione informale che riunisce le istituzioni finanziarie dei Paesi creditori. Il G20 ha invitato a partecipare a questa operazione anche altri creditori privati, coordinandosi attraverso l’Istituto di finanza internazionale (Iif).

L’obiettivo della moratoria è permettere ai governi delle nazioni più povere di investire nel contrasto alla pandemia tutte le risorse che possono avere a disposizione. Secondo le stime che il ministro francese Bruno Le Maire aveva presentato martedì scorso, la moratoria riguarda pagamenti per complessivi 20 miliardi di dollari verso Stati e istituzioni private. Fondi che potranno essere destinati al finanziamento delle strutture sanitarie (spesso molto fragili) e a sostenere le economie locali (che saranno colpite duramente dalla crisi internazionale). Gli Stati beneficiari dovranno però impegnarsi ad allocare bene queste somme destinandole all’emergenza dettata dal coronavirus e non, ad esempio, a rimborsare altri creditori. A garantire il buon impiego di fondi dovranno essere il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca mondiale.

La sospensione dei pagamenti dei debiti riguarda 77 Paesi, di cui 40 dell’Africa subsahariana, classificati «a basso reddito» dalla Banca mondiale. Del gruppo fanno parte anche nazioni molto popolose come l’Etiopia (109 milioni di abitanti), la Rd Congo (84 milioni) e la Tanzania (56 milioni).

Altri 12 miliardi di dollari di pagamenti potrebbero essere sospesi dalle istituzioni multilaterali, cioè Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Una moratoria anche su questo debito sembra in arrivo: in una nota congiunta, il presidente della Banca mondiale David Malpass e Kristalina Georgieva, direttore dell’Fmi, hanno accolto la decisione del G20 e si sono impegnati a «sostenere questa azione».

Su questo fronte qualcosa si era già mosso negli ultimi giorni. Lunedì il Fondo monetario internazionale aveva approvato il taglio immediato dei debiti per 25 degli Stati più poveri, un’operazione da circa mezzo miliardo di dollari. Il 2 aprile la Banca mondiale ha lanciato le prime misure di emergenza, 1,9 miliardi di dollari per 25 Paesi poveri, e si è detta pronta a soccorrere le nazioni più in difficoltà con 160 miliardi di dollari complessivi in 15 mesi.

L’americano David Malpass, direttore della Banca mondiale, ha salutato favorevolmente il sostegno temporaneo ai bilanci degli Stati. La Banca mondiale intende mobilitare 240 miliardi di dollari per i suoi vari progetti di lotta al coronavirus. Oggi, venerdì 17 aprile, ne discuterà con i suoi partner istituzionali ma anche con la società civile. Società civile che non mancherà, durante i tradizionali incontri di primavera, di sottolineare l’importanza di cancellare i debiti degli Stati più poveri.

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