Costa d’Avorio, ergastolo per gli attentatori di Grand Bassam

di claudia
soldati ivoriani

Il tribunale di Abidjan ha pronunciato la sentenza contro gli imputati al processo per l’attentato di Grand-Bassam, (2016) infliggendo pene all’ergastolo per i quattro individui presenti e sei processati in contumacia. Altri otto imputati sono stati assolti. I giudici hanno accolto la richiesta della procura, che aveva chiesto l’ergastolo per le persone ritenute coinvolte nell’attacco alla località balneare, che costò la vita a 19 persone, di cui 16 civili e tre militari.

A tutti i condannati è stato attribuito lo stesso capo d’accusa: “atti terroristici, assassinio, tentato omicidio, occultamento di malviventi, detenzione illegale di armi da fuoco e munizioni da guerra e concorso in detti atti”.

I quattro uomini presenti all’udienza, Hantao Ag Mohamed Cissé, Sidi Mohamed Kounta, Mohamed Cissé e Hassan Barry, sono stati accusati di essere complici dell’attentato in particolare per aver aiutato i jihadisti per l’alloggio, il trasporto o anche la ricerca di luoghi. I quattro hanno sempre negato di conoscere le intenzioni criminali degli organizzatori dell’attentato e si sono dichiarati innocenti fin dall’inizio delle indagini, senza riuscire a convincere il tribunale.

Secondo Rfi, dopo l’udienza, il loro avvocato, l’avvocato Saki si è detto “felice per coloro che sono stati completamente scagionati ma triste per queste quattro persone che avrebbero dovuto beneficiare anche loro della decisione di assoluzione. La corte avrebbe dovuto andare fino in fondo”. È probabile che presenti ricorso, nell’arco dei 20 giorni impartiti.

Tra gli accusati processati in contumacia ci sono Kounta Dalla e Ould Baba, additati come i due cervelli dell’operazione. Ould Baba è anche sospettato di essere il capo delle operazioni per l’attacco del gennaio 2016 a Ouagadougou, che ha ucciso 30 persone.

Il verdetto è stato accolto con sollievo dalle parti civili che attendevano la conclusione definitiva del processo. A loro è stato concesso anche un risarcimento economico per le famiglie delle vittime, ma anche per coloro le cui attività economiche hanno subito l’attacco. È stata però espressa perplessità sul fatto che tutti sono stati condannati per gli stessi capi d’accusa senza distinzione tra chi ha pensato e organizzato e chi ha solo fornito assistenza. I quattro imputati presenti erano solo “piccole mani logistiche” e i cervelli stessi, erano assenti, ha sottolineato l’avvocato Rimailho.

Tra le 19 vittime uccise domenica 13 marzo nella cittadina affacciata sulle lagune del Golfo, patrimonio dell’Unesco, figurano quattro francesi, una macedone, una tedesca, alcuni cittadini del Burkina Faso, un libanese e tre membri delle forze dell’ordine. Un commando di uomini armati di kalashnikov sbarcò sulla spiaggia, sparò su alcune vittime selezionate, gridando “Allahu akbar” (“Dio è il più grande”, in arabo). I testimoni hanno parlato di 2-4 attentatori armati fino ai denti, che agivano indisturbati sulla spiaggia dell’Etoile du Sud e poi di altri due hotel limitrofi per almeno due ore. 

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