Comunicazione e migrazione, il racconto dei media senegalesi

di claudia
stampa informazione media

di Valentina GeraciCentro studi AMIStaDeS

I media ricoprono oggi un ruolo determinante, tanto in Italia quanto in Senegal e nel mondo, nella diffusione di informazioni creando, con titoli pensati ad hoc e strategie comunicative ben delineate, narrative spesso monotono sulla nostra attualità.
È l’esempio della narrativa sulla migrazione, che si veste quasi esclusivamente di termini drammatici, emergenziali e riduttivi. Il Senegal, una delle democrazie elettorali più stabili dell’Africa, vanta oggi media relativamente indipendenti ed è sede di numerose emittenti televisive e radiofoniche. Con l’obiettivo di approfondire le priorità e i valori dominanti nel rapporto tra giornalisti senegalesi e il caldo tema della migrazione, è stata svolta di recente una ricerca a proposito dei principali media senegalesi (radio, televisione, stampa scritta e online) e del loro approccio al tema tra il 2020 e il 2021.

Se è vero che con le parole è possibile descrivere e delineare il mondo attorno a noi e se è vero che la scelta delle singole parole ci permette di definire il nostro pensiero, allora è altrettanto onesto e doveroso farsi carico di tutte le conseguenze che questo comporta.
I media, nelle loro giornaliere narrazioni, ci offrono infatti una costruzione e una personale visione delle cose, spesso ricca di aneddoti e paroloni e altrettanto spesso minimizzata a tanti luoghi comuni. Il tutto si costruisce e si muove sull’onda di strategie comunicative specifiche, di interessi politici determinati o, ancora, del desiderio di raggiungere maggiore visibilità e condivisione.
Un esempio tanto attuale, che ben riprende questa descrizione sul ruolo e sulle attività di parte della comunicazione, è l’informazione sul tema della migrazione. Si tratta di un insieme di notizie trattate quasi unicamente in termini emergenziali e problematici, rischiando di offrire (e nel concreto offrendo) un’immagine parziale e assolutamente riduttiva di un fenomeno tanto complesso.

Lo studio della diaspora senegalese, per esempio, chiarisce che il concetto di migrazioni africane è in realtà piuttosto articolato e che, per evitare di comprenderlo in maniera parziale, sia necessaria un’indagine più accurata che osservi le molteplici traiettorie percorse, le ragioni di varia natura che incentivano la partenza di coloro che diventano ‘migranti’, la successiva evoluzione del fenomeno stesso e, non di minore importanza, la situazione socio-politica del Paese di partenza e d’accoglienza.

Riflettere sulla diaspora senegalese vuol dire quindi anche comprendere un percorso di evoluzione lungo e diversificato, caratterizzato da una serie di motivazioni che hanno coinvolto e coinvolgono la popolazione sotto più punti di vista, nonostante spesso tanti dettagli o specifiche siano oggi omesse dai principali prodotti della comunicazione di massa.
Negli attuali mezzi di comunicazione main stream italiani, infatti, tanto la scelta delle notizie da rilanciare quanto i titoli in evidenza o, ancora, le tante parole scelte per “raccontare”, spesso abbiamo di fronte una stigmatizzazione dei cosiddetti migranti, cattiva informazione per i lettori e di un acceso senso di intolleranza.
Se questo è quel che tendenzialmente notiamo in Italia, cosa succede in Senegal? Chi parla qui di migrazione? Quali voci prendono parola? E come ci informano?

Il ruolo della comunicazione in Senegal
Soffermandosi sulla realtà senegalese, qui la comunicazione ha da sempre coperto le vesti del periodo storico e delle realtà socio-politiche nei quali nasceva e si diffondeva. La stampa, a esempio, fu una vera e propria voce di promozione delle lotte per l’indipendenza o, per citare un secondo esempio, dopo il raggiungimento dell’autonomia politica i media senegalesi hanno favorito e promosso la creazione e il rafforzamento di un sentimento di identità nazionale. Tra gli anni 1980 e inizio 2000 si registra poi la nascita di una stampa privata, grazie alla quale, per la prima volta, i giornalisti senegalesi ebbero l’occasione di denunciare (in parte) strategie governative e scandali finanziari a carico dello Stato.
L’orizzonte mediatico di un Paese è quindi spesso frutto delle sue istituzioni e tanto sulle priorità di queste quanto sui valori che inglobano il contesto in generale, la comunicazione si modella e si diffonde.
Più nello specifico secondo Freedom House, oggi il Senegal – una delle democrazie elettorali più stabili dell’Africa – vanta media relativamente indipendenti ed è sede di numerose emittenti televisive e radiofoniche indipendenti e di organi di stampa.

Il Paese registra anche un certo livello di libertà di espressione che tuttavia si scontra con leggi sulla diffamazione che, a loro volta, continuano a limitare la libertà di stampa. Sebbene la situazione generale dei media in Senegal sia migliorata notevolmente dall’elezione del presidente Macky Sall (2012), sviluppi successivi hanno offuscato questo quadro positivo. Un controverso codice stampa, proposto nel 2017 e non firmato dal presidente nel 2020, nasce come esemplare tentativo di aumento delle pene contro i cosiddetti reati di diffamazione. A questo si aggiunge Il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (2018), apparentemente approvato dall’Assemblea Nazionale per prevenire la disinformazione su Internet.
In occasione di un incontro tra giornalisti che si è svolto a Dakar il 19 maggio scorso, svolto nell’ambito del progetto MIGRA – finanziato dall’Associazione italiana per la Cooperazione allo sviluppo – numerosi giornaliste e giornalisti senegalesi hanno comunque esposto le difficoltà nel trovare e godere di spazi e risorse adeguate che possano permettere una trattazione del tema migratorio diversa con racconti che escano dall’emergenza e diano voce alle tante storie di chi ha deciso di tornare volontariamente, di chi ha scelto di non partire, di chi si muove secondo legami tipicamente transnazionali o, ancora, di chi si sposta all’interno del Paese stesso o del continente africano senza raggiungere “l’eldorado” Europa.

Senegal e migrazione: come si muove la voce dei media nazionali
Uno strumento chiave e di interessante osservazione per lo studio della copertura mediatica della migrazione in Senegal è la ricerca condotta per conto dell’Associazione Carta di Roma con il gruppo di ricerca del CESTI (Centre d’Études des Sciences et Techniques de l’Information con il direttore di ricerca il professore Mouminy Camara). Il Rapport général de monitoring des médias senegalais ha coperto le produzioni mediatiche pubblicate per sei settimane scelte approssimativamente negli stessi periodi ripartiti tra gli anni 2020 e 2021 in ragione di tre settimane all’anno, a seconda del tipo di media (televisione, radio, stampa scritta, stampa online).
Sono stati rispettivamente presi in esame: Rsi, Sud fm, Walf fm, Rfm, Iradio zik fm e Aafia fm (tra le radio senegalesi); Rts1, Tfm, Walf tv, 2stv, Itv, Sen tv e 2stv (come emittenti televisive); Le soleil, Sud quotidien, Le quotidien, L’observateur, Walf quotidien, La tribune e Vox popul (settore stampa scritta) e, infine, Seneweb, E-media, Igfm, Ndar info, Sen cafe actu e Senenews (stampa online).
L’obiettivo della ricerca è stato in primo luogo comprendere la rappresentazione del tema “migrazione” nei principali mezzi di comunicazione senegalesi per cogliere le percezioni, le rappresentazioni collettive e l’immaginario che ne segue e, ancora, lo studio ha permesso di monitorare la professionalità e il rispetto da parte dei giornalisti dei principi etici del mondo dell’informazione (verità, precisione, responsabilità, chiarezza, varietà ed esaustività).

Numeri a confronto
Dall’analisi, e in questa sede utilizzata come fonte utile per i dati raccolti, emerge che l’interesse dei mezzi di comunicazione senegalesi rispetto al tema “migrazione” sia stata maggiormente legata ad aspetti problematici e a eventi drammatici quali naufragi o tragedie marittime (ottobre e dicembre 2020 -maggio 2021).
In breve, per fornire una panoramica generale dei dati emersi da questo studio, risulta che la stampa scritta registra 131 articoli totali sul tema nel periodo analizzato. Si tratta di un volume di informazioni più consistente, seguito poi dalla radio (72 prodotti), dalla stampa online (55 articoli) e infine la televisione (36 prodotti).
Facendo un confronto tra i periodi di riferimento delle ricerche, si evidenzia che i media abbiano dedicato complessivamente un volume molto ampio (74,5%) alla copertura di flussi migratori. In dettaglio, nel 2020 la stampa scritta e quella online hanno rispettivamente registrato un volume di informazioni sul tema pari a 48,8 e 14,2% contro 34,8% e 39,1% nel 2021. Per quel che riguarda invece la radio e la televisione, si registra un volume di informazioni pari a 8,7% e 17,4% nel 2021 e 26,2% e 10,8% nel 2020.

Più nel dettaglio, la copertura mediatica della migrazione da parte dei media senegalesi perde progressivamente intensità tra ottobre 2020 e giugno 2021 rispettivamente 39% nell’ottobre 2020, 30% nel novembre 2020, 14% nel dicembre 2020 contro 9,5% in aprile 2021, 4,2% nel maggio 2021 e 1,3 nel giugno 2021. Un’ipotesi di spiegazione di questi numeri risale a frequenti partenze di piroghe a partire dalle coste senegalesi nel primo trimestre del 2020.
A livello contenutistico poi, argomenti correlati al tema principale come, a esempio, economia e lavoro, politica, società e cultura e/o accoglienza sono stati oggetto di trattamento mediatico relativamente debole rispetto al tema dei flussi migratori, incorniciato principalmente tra crescita numerica di partenze e drammatici avvenimenti in mare. Nello specifico, la percentuale cumulata di argomenti correlati trattati dai media nel periodo ammonta al 25,5% così distribuiti: economia e lavoro 6,9%, dibattiti politici 4,6%, società e cultura 3,3%, destino dei rifugiati 2,6%, criminalità e precarietà 2%, accoglienza/accoglienza 3,3%, legislazione nazionale 2% e salute 1%.
È possibile quindi sostenere che la differenza tra il volume di informazioni dedicato ai flussi migratori e quello rivolto ad argomenti correlati mostra che i media appaiono più interessati all’argomento in particolare (soffermandosi a partenze non regolari, naufragi, incidenti e tragedie in mare) e meno alle cause della migrazione, alla sua gestione, agli aspetti politici che si ricollegano e agli approcci transnazionali e migrazioni di ritorno volontario che abbracciano la migrazione senegalese in una sua analisi globale.

In generale, l’opinione pubblica non ha gli elementi informativi necessari per comprendere in maniera adeguata il fenomeno migratorio. Spesso, la società riceve quindi informazioni riduttive che ostacolano una piena comprensione del fenomeno e una sua lettura oggettiva e multiforme.
Sicuramente la letteratura accademica permette di superare i confini segnati della cronaca, offrendo una prospettiva di lettura non convenzionale o pre-costituita.

Tuttavia, i media giocano oggi un ruolo fondamentale nella società tanto italiana che senegalese. Un ruolo fondamentale è quello dei media senegalesi, voce che vive nel quotidiano le mille sfaccettature del fenomeno migratorio (e diasporico nella sua evoluzione). Del resto, le migrazioni senegalesi rappresentano uno dei tratti più significativi del Paese, spesso limitando le narrazioni a livello internazionale e omettendo i flussi migratori all’interno del Senegal stesso o del continente africano. Si tratta di un altro aspetto che meriterebbe di essere approfondito e affrontato in dettaglio.

Di certo, a livello di contenuti, raccontare il fenomeno in termini emergenziali e di sicurezza crea una carica emotiva importante, rappresentando un interesse anche a livello diplomatico e politico ma scrivere di migrazione significa soprattutto lavorare in maniera consapevole e competente, confrontandosi con realtà complesse e tanto diversificate.
È dunque necessario lavorare con cura sulla scelta di parole appropriate e sull’acquisizione di fonti locali che possano fotografare tratti nuovi di questo fenomeno per meglio comprendere la sua evoluzione, per essere maggiormente consapevoli delle criticità e delle difficoltà che ne seguono e, ancora, per far propri le possibilità e le logiche relazioni che i flussi migratori dettano.

Sitografia

https://www.articolo21.org/2021/06/migrazione-un-confronto-interessante-con-i-giornalisti
https://cisvto.org/progetti/migra/senegalesi/
https://www.cospe.org/wp-content/uploads/2021/08/RAPPORT_M
https://freedomhouse.org/country/senegal/freedom-world/2021

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