Camerun: attacco fuori dalla zona anglofona, uccisi militari

di claudia
militari camerunesi

Combattenti separatisti hanno attaccato le forze dell’ordine (gendarmeria) nel nella loro sede di Njitapon nel dipartimento nel Noun, nella regione dell’Ovest del Camerun, provocando almeno cinque morti tra gli agenti, secondo la televisione ufficiale Crtv. L’attacco è tanto più significativo quanto è avvenuto in una regione fuori dal teatro della guerra in atto nelle regioni anglofone del Nord-Ovest e del Sud-Ovest (Noso).

Secondo il media indipendente MimiMefo Info, che segue da vicino l’attualità del Noso e del conflitto portato avanti dalle milizie separatiste e dal governo centrale, “il distretto di Fonkah, località di Kouoptamo nel dipartimento di Noun, ha subito nella prima mattinata di mercoledì un’incursione da parte di un gruppo armato separatista. Pesantemente armati, questi individui in motocicletta hanno preso di mira in particolare il campo base del Gruppo di Intervento Polivalente della Gendarmeria Nazionale (Gpign)”.

Sorpresi, gli agenti di questo corpo d’élite della gendarmeria nazionale hanno avuto difficoltà nell’organizzare la loro risposta. Di conseguenza, cinque di loro sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dagli aggressori. Tre le vittime figura un tenente. Una ragazza civile, è stata gravemente ferita alle gambe.

Inoltre, secondo la medesima fonte, un gendarme è stato preso in ostaggio dal gruppo armato. Diversi veicoli delle forze dell’ordine sono stati bruciati. Il governatore dell’Ovest si è recato nella località attaccata.

Intanto, nella regione del Nord-Ovest, l’ospedale di Mamfe è stato incendiato e interamente ridotto in ceneri in quello che viene descritto come un ennesimo attacco dei separatisti ambazoniani (da Ambazonia, il territorio autoproclamato dai secessionisti armati). Gli aggressori hanno appiccato il fuoco dopo uno scambio di colpi d’arma da fuoco con le guardie dell’ospedale. I pochi pazienti ricoverati sono riusciti a scappare via.

Questi ultimi episodi si aggiungono – e secondo alcuni osservatori, potrebbero essere rappresaglie – all’uccisione di nove civili da parte dei militari nel Nord-Ovest lo scorso 1 giugno. Una strage risultato di una reazione “sproporzionata e inadeguata”, secondo le ammissioni del ministero della Difesa, durante un’operazione in un villaggio, Missong.

Le regioni del Nord-Ovest e del Sud-Ovest, le due regioni anglofone del Camerun, sono teatro di un conflitto armato nato a seguito di rivendicazioni sociali mosse dalle comunità locali, in particolare avvocati e insegnanti, sfociato in una guerriglia separatista di cui sono protagonisti diversi gruppi armati e l’esercito camerunese, in particolare gli uomini del Bir (battaglione d’intervento rapido).

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