Burkina Faso, capi tradizionali prendono posizione contro l’insicurezza

di AFRICA

di Valentina Giulia Milani

I leader tradizionali e consuetudinari di tutte le comunità del Burkina Faso, riuniti a Ouagadougou, hanno chiesto il ritorno alla pace nel Paese prendendo posizione di fronte al deterioramento della situazione della sicurezza. Hanno anche invitato coloro che hanno imbracciato le armi a deporle.

Radio France Internationale riferisce che i leader hanno dichiarato di essere “fortemente preoccupati per la situazione della sicurezza”. Il loro messaggio è stato lanciato nelle principali lingue nazionali parlate in Burkina Faso. I capi tradizionali hanno inoltre fatto notare che i commenti di odio e l’incitamento all’intolleranza e alla violenza “vengono veicolati attraverso alcuni canali di comunicazione”.

I leader tradizionali e consuetudinari hanno pertanto chiesto alle autorità di intensificare la lotta per recuperare le parti del territorio che sono ancora fuori dal controllo dello Stato.

“Noi, capi consuetudinari e tradizionali del Burkina Faso, chiediamo a tutte le autorità del Paese di concentrare le loro energie nella lotta contro i terroristi. Il recupero di tutto il territorio, le figlie e i figli del Burkina Faso che, per vari motivi, hanno visioni o interessi divergenti con la nazione, a deporre le armi, a tornare alla ragione e alla casa, affinché insieme si costruisca il nostro Paese in pace e tranquillità”.

I leader hanno inoltre invitato i loro connazionali a coltivare e rafforzare, tra l’altro, l’unità, il patriottismo, la tolleranza, il dialogo, la coesione sociale e l’unità nazionale, ribadendo la loro disponibilità e il loro impegno a svolgere pienamente e completamente il proprio ruolo nella ricerca e nel mantenimento della pace.

Dal 2015, il Burkina Faso è tormentato da attacchi terroristici che hanno causato molte vittime e sfollato oltre 1,9 milioni di persone. L’ultimo e più letale attacco è stato registrato nella notte tra il 10 e l’11 giugno contro la città di Seytenga, nel Sahel, causando 86 morti, secondo un rapporto ufficiale. L’attacco ha causato anche lo sfollamento di 31.201 persone nella città di Dori, la capitale della regione del Sahel, secondo il ministero dell’Azione umanitaria del Burkina Faso.

È in questo contesto che l’esercito burkinabé ha dato alla popolazione 14 giorni di tempo per lasciare le zone di interesse militare istituite nelle regioni orientali e del Sahel del Burkina Faso, dove saranno presto condotte operazioni militari nell’ambito della lotta al terrorismo, ha annunciato in un briefing con la stampa il comandante delle operazioni nel teatro nazionale, il colonnello Yves Didier Bamouni.

E mentre il primo ministro burkinabé Albert Ouédraogo ha informato la classe politica e gli attori economici che il governo ha proposto di fissare la data delle elezioni per sancire la transizione politica al febbraio 2025, gli Stati Uniti hanno annunciato che a causa del colpo di Stato del 24 gennaio scorso a partire dal prossimo 31 luglio si procederà al blocco amministrativo del secondo programma di sviluppo, il Millennium Challenge Corporation (Mcc), che prevedeva un sostegno finanziario a favore di Ouagadoudou di 450 milioni di dollari.

“Tale decisione ha come effetto, tra gli altri, l’interruzione di tutte le attività amministrative del programma e la fine dell’accordo che istituisce il Fondo di sviluppo di quest’ultimo”, hanno scritto i responsabili della gestione del progetto in una dichiarazione ripresa dai media burkinabé.

La decisione di Mcc di sospendere l’assistenza al Burkina Faso si basa sulla “conclusione che gli eventi del 23 e 24 gennaio 2022 costituiscono una serie di azioni incompatibili con i criteri utilizzati per determinare l’ammissibilità del Burkina Faso a tale assistenza ai sensi del Millennium Challenge Act del 2003, e successive modifiche, e in conformità con la politica di Mcc in materia di sospensione e cessazione”, si legge nella dichiarazione.

La partnership di Mcc con il Burkina Faso risale al 2005. Il primo programma di 480 milioni di dollari si è concentrato su agricoltura, proprietà terriera, strade e istruzione femminile. Il secondo programma, firmato il 13 agosto 2020, consisteva in una sovvenzione del governo degli Stati Uniti d’America di 450 milioni di dollari.

Si trattava di tre progetti strutturanti nel settore dell’energia elettrica: il Progetto per il rafforzamento dell’efficienza del settore elettrico (Predel), il Progetto per l’aumento dell’offerta di elettricità a basso costo (Padoel) e il Progetto per le reti e l’accesso all’elettricità (Prael).

Questo programma, la cui entrata in vigore era prevista per agosto-settembre 2022, aveva l’obiettivo finale di ridurre il costo del servizio elettrico e aumentare la soddisfazione della domanda; ridurre il costo della produzione di energia elettrica e aumentare l’affidabilità di tutte le fonti di approvvigionamento elettrico; migliorare l’estensione e l’affidabilità della rete elettrica e aumentare il consumo di energia elettrica.

L’Mcc, istituito nel 2004, è un’agenzia governativa statunitense indipendente che lavora per ridurre la povertà attraverso la crescita economica.

In base alla sua legislazione istitutiva, Mcc è tenuta a collaborare solo con Paesi guidati da regimi democraticamente eletti che rispettano i principi fondamentali della governance democratica, compresi i diritti politici e lo stato di diritto.

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