A Milano un seminario sulla cooperazione sanitaria italo-africana in ambito neurologico

di claudia
neurologico

Un piano Mattei della neurologia: è questo il titolo del seminario che si terrà domani pomeriggio, alle ore 14.30, presso la Biblioteca scientifica Renato Boeri di via Celoria, a Milano, promosso da Massimo Leone, dirigente medico di neuroalgologia della fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta e referente dell’accordo tra Fondazione Besta e Programma Dream.

L’accordo tra l’Istituto neurologico Besta e il programma Dream (Disease relief through excellent and advanced means) della Comunità di Sant’Egidio è volto a sviluppare una neurologia di eccellenza attraverso una formazione di qualità che crea accesso alle cure neurologiche in luoghi dove non vi sono specialisti: durante il seminario si parlerà della cooperazione sanitaria italo-africana in ambito neurologico, con l’obiettivo di costruire una linea di cooperazione tra Italia e Africa, grazie allo sforzo di chi quotidianamente mette a disposizione le proprie competenze e la propria professionalità per formare medici e operatori sanitari locali.

“Attraverso questo progetto abbiamo formato oltre 260 operatori sanitari” ha detto Massimo Leone in un comunicato stampa: “Sono migliaia le richieste per malati neurologici che riceviamo dai centri di salute in Africa con oltre 1.000 elettroencefalogrammi inviati dagli operatori locali agli specialisti in Italia”. Da poco, l’Istituto Besta ha siglato un accordo ventennale col governo della Repubblica centrafricana volto a, spiega Leone, “implementare le cure neurologiche nel Paese con l’obiettivo di sviluppare un piano neurologico nazionale con l’affidamento di un dipartimento per l’epilessia e altre malattie neurologiche all’interno dell’Ospedale Universitario di Bangui. Grazie ai risultati ottenuti, il nostro programma è oggi considerato un modello efficace e sostenibile”.

In Africa è presente un neurologo ogni 2,7 milioni di abitanti. In tal senso, la formazione costante del personale locale è lo strumento principale per garantire un’assistenza sanitaria minima e di qualità ai malati: attraverso il Programma, attivo in tre Paesi dell’Africa Sub-Sahariana (Malawi, Repubblica Centrafricana e Mozambico), oltre 2.200 malati di epilessia ricevono oggi cure costanti e molti di questi sono minori. Lo stigma culturale locale sulle persone affette da epilessia aggrava il quadro locale, per cui molti smettono di frequentare la scuola o non vengono accettati socialmente. Una realtà cui si somma anche la carenza di farmaci. Il Programma, oltre a fare formazione in loco, si avvale di attività clinica da remoto attraverso la piattaforma di teleneurologia della Global health telemedicine, che invia anche gli esami Eeg registrati dai tre video-elettroencefalografi installati in quei Paesi. 

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