di Enrico Casale
E’ iniziata la campagna elettorale in Costa d’Avorio. Oltre 8,7 milioni di elettori sono chiamati al voto alle presidenziali del 25 ottobre. In lizza ci sono i volti noti della politica del Paese: Alassane Ouattara, l’ex first lady Simone Ehivet Gbagbo, il liberale Jean-Louis Billon, l’ex ministra Henriette Lagou e Ahoua Don Mello.
La Costa d’Avorio entra ufficialmente in campagna elettorale. Come annunciato dal presidente della Commissione elettorale indipendente (Cei), Ibrahime Kuibiert Coulibaly, la corsa per le presidenziali del 25 ottobre si è aperta alla mezzanotte di venerdì 10 ottobre. Per due settimane, fino al 23 ottobre, i cinque candidati in lizza percorreranno il Paese per conquistare il voto di oltre 8,7 milioni di elettori.
In gara ci sono figure note della scena politica ivoriana: il presidente uscente Alassane Ouattara, l’ex first lady Simone Ehivet Gbagbo, il liberale Jean-Louis Billon, l’ex ministra Henriette Lagou e Ahoua Don Mello, candidato indipendente. Un panorama politico frammentato, segnato dalle esclusioni eccellenti di Laurent Gbagbo e Tidjane Thiam, le cui candidature sono state respinte a inizio settembre dal Consiglio costituzionale.
Alassane Ouattara ha scelto Daloa, nel centro-ovest, per lanciare la sua campagna. Il comizio inaugurale, oggi, mobiliterà migliaia di sostenitori del Raggruppamento degli Houphouetisti per la Democrazia e la Pace (Rhdp). “Dobbiamo dargli almeno il 75% dei voti”, ha dichiarato Ibrahim Cissé Bacongo, segretario esecutivo del partito, fissando l’obiettivo di una vittoria schiacciante.
A poco più di ottanta chilometri di distanza, a Bouaflé, Simone Gbagbo terrà nello stesso giorno il suo primo grande comizio. L’ex first lady, oggi alla guida del Movimento delle generazioni capaci (Mgc), presenterà un programma incentrato sulla riconciliazione nazionale e sulla trasformazione delle risorse locali, con particolare attenzione ai produttori di cacao. “La Costa d’Avorio deve voltare pagina e ritrovare se stessa”, ha dichiarato nei giorni scorsi.

Henriette Lagou, leader del Gruppo dei partner politici per la pace, inaugurerà la sua campagna lunedì 13 ottobre a Daoukro, città simbolica che, come ha ricordato il suo entourage, “in origine portava il nome della sua famiglia”. Il suo messaggio ruota attorno a pace e coesione sociale, due parole chiave in un Paese che continua a convivere con profonde divisioni politiche.
Jean-Louis Billon, ex ministro e uomo d’affari, ha dato invece il via alla sua campagna nel distretto di Abidjan, con una parata nel comune di Koumassi seguita da un raduno a Marcory. Il candidato del Congresso democratico (Code) mira a conquistare l’elettorato del Pdci-Rda, il partito storico fondato da Felix Houphouet-Boigny, rimasto senza linea ufficiale dopo l’esclusione di Thiam. “La prima sfida è dentro il suo stesso partito”, ammettono i suoi sostenitori, che confidano in trattative sotterranee con i vertici del Pdci.
Ahoua Don Mello, ex ministro delle Infrastrutture, ha scelto Cocody per aprire la propria campagna, seguita da un comizio a Bouaké. Rimosso dal Partito Popolare Africano-Costa d’Avorio (Ppa-Ci) di Laurent Gbagbo, corre come indipendente e punta su un discorso incentrato sulla “sovranità economica” del Paese.
Oltre ai comizi elettorali, l’apertura della campagna è accompagnata da un crescente fermento politico e sociale. Il Fronte comune, coalizione che riunisce i sostenitori di Laurent Gbagbo e Tidjane Thiam, ha annunciato per domani una marcia nel Comune di Cocody, originariamente indetta per chiedere “elezioni inclusive e trasparenti”. Il messaggio è poi stato modificato: oggi si parla di una “marcia per la pace e la libertà”.
L’iniziativa, dalla quale Gbagbo ha preso le distanze, rischia però di accendere nuove tensioni. Almeno trenta militanti del Pdci e del Ppa-Ci sono stati arrestati negli ultimi giorni con l’accusa di “disturbo dell’ordine pubblico”. Le autorità hanno già vietato una manifestazione simile la settimana scorsa, e il prefetto di Abidjan ha evocato “rischi concreti di disordini”.
Con una campagna che durerà quattordici giorni e un panorama politico frammentato, le elezioni del 25 ottobre si annunciano decisive per la stabilità della Costa d’Avorio. Dopo anni di relativa calma, il Paese si trova di fronte a una prova cruciale: scegliere tra continuità e rinnovamento, tra sicurezza e riconciliazione.
Intanto, le strade di Abidjan e delle principali città si riempiono di bandiere, manifesti e cortei. L’entusiasmo degli elettori si mescola alla cautela delle autorità, che temono possibili tensioni nelle prossime settimane. L’obiettivo dichiarato della Cei è garantire “un voto pacifico, trasparente e credibile”. Un traguardo ambizioso in una Costa d’Avorio che, ancora una volta, si prepara a un voto dal peso storico.



