Mali, sanzioni Ue per cinque membri della giunta tra cui anche il premier Maiga

di claudia

L’Unione Europea (Ue) ha sanzionato cinque funzionari maliani, tra cui il primo ministro transitorio Choguel Kokalla Maiga, accusati di ostacolare la transizione politica nel Paese guidato dalla giunta. Le sanzioni, comunicate nel fine settimana, consistono in un divieto di ingresso nell’Ue e un congelamento dei loro beni. Inoltre, alle persone ed entità dell’Ue è vietato mettere fondi a disposizione di questi cinque funzionari.

Oltre al primo ministro, i funzionari sanzionati includono due “membri chiave della cerchia interna” del colonnello Assimi Goïta, il capo della giunta al potere in Mali. Si tratta di Malick Diaw e Ismaël Wagué, considerati istigatori del colpo di Stato dell’agosto 2020, in cui i militari hanno rovesciato il presidente Ibrahim Boubacar Keïta, secondo le motivazioni delle sanzioni pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.

Inoltre, ad essere sanzionati sono Ibrahim Ikassa Maïga, ministro di Rifondazione dal giugno 2021, e Adama Ben Diarra, capo di un’organizzazione di sostegno ai golpisti. Entrambi ritenuti di aver giocato un ruolo chiave nel rovesciamento del presidente Keita.

“L’Ue continua a sostenere il popolo del Sahel e riafferma il suo pieno impegno a rispettare rigorosamente lo stato di diritto, i diritti umani e il diritto umanitario internazionale in Mali”, ha spiegato il Consiglio dell’Ue in una nota, aggiungendo che l’Ue e gli Stati membri “continuano a impegnarsi al fianco della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), per la pace e la stabilità in Mali e nel Sahel”.

Questi cinque funzionari sono già stati sanzionati dall’Ecowas che, il 9 gennaio, ha preso una batteria di misure economiche e diplomatiche contro il Mali per punire l’intenzione della giunta di rimanere al potere per diversi anni ancora e il suo rifiuto di organizzare elezioni il 27 febbraio, come si era inizialmente impegnata, per riportare i civili al potere.

Nel frattempo l’espulsione dell’ambasciatore francese da parte della giunta, che ha anche chiesto la partenza di un contingente danese recentemente schierato in Mali, ha ulteriormente esacerbato le tensioni tra Francia e Mali. Parigi si è data due settimane per decidere con i suoi partner europei sul futuro della loro presenza militare nel Paese, dove stanno combattendo gruppi jihadisti.

Il capo diplomatico dell’Ue Josep Borrell ha avvertito che l’espulsione dell’ambasciatore francese avrebbe “isolato” il Mali e ha espresso “solidarietà” alla Francia e alla Danimarca. In un incontro con il ministro degli esteri maliano Abdoulaye Diop il 26 gennaio, Borrell ha detto che l’Ue vuole rimanere impegnata in Mali e nel Sahel, ma “non a qualsiasi prezzo”.

Gli europei sono anche preoccupati per le attività dei mercenari della compagnia paramilitare russa Wagner nella regione.

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