17/06/13 – Mali – Negoziati bloccati, a Bamako attesa e timori

di AFRICA

Dopo nove giorni di serrate trattative mediate dal Burkina Faso, il governo di Bamako e i ribelli tuareg del nord non sono ancora riusciti a mettersi d’accordo sul testo finale di un accordo politico cruciale in vista delle presidenziali del 28 luglio. A Ouagadougou, di fronte all’impasse negoziale alcune fonti diplomatiche africane e occidentali si chiedono se non è il caso di sospendere i colloqui; altre, invece, sono propense a portarli avanti fino alla firma di un’intesa. Non ha permesso di superare i principali ostacoli il coinvolgimento nelle trattative di delegati militari delle due parti, di responsabili della Forza africana in Mali (Misma), della futura missione Onu (Minusma) e dei comandanti dell’operazione francese Serval.

Ieri sera le autorità di transizione maliane hanno rifiutato di sottoscrivere il testo attuale, chiedendo ulteriori emendamenti. Ma finora Bamako non ha diffuso alcun comunicato ufficiale per chiarire la propria posizione ed esplicitare i punti del dissenso. Dal canto loro i delegati del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) e dell’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad (Hcua) si sono detti pronti a “firmare il progetto di accordo a nome della pace”, accusando il governo centrale di “cattiva fede” e “di mettere insieme tutti gli ingredienti per bloccare le discussioni”. Al centro del contenzioso ci sarebbero le modalità e il calendario del dispiegamento dell’esercito regolare a Kidal ma anche del disarmo e dell’accantonamento dei combattenti tuareg che controllano ancora il capoluogo nord-orientale. Poi ci sarebbe stato un braccio di ferro sulla possibile amnistia da concedere ai ribelli dell’Mnla.

Fonti della società civile maliana contattate a Bamako riferiscono del sentimento contrastante e dominante tra la gente. “Da una parte c’è grande attesa per la firma di un accordo che significherebbe poter recuperare anche Kidal, che fa parte a tutti gli effetti del Mali, e tenere elezioni inclusive – dice l’interlocutore della MISNA -. Dall’altra c’è diffidenza, per non dire ostilità, nei confronti di questi gruppi che per anni hanno danneggiato il paese e hanno stretto alleanze con banditi e narcotrafficanti”. La stessa fonte aggiunge che una parte importante della popolazione non voleva nemmeno che il governo si sedesse al tavolo negoziale con l’Mnla e chiede ora alle autorità maliane di “non fare alcun regalo ai ribelli, in particolare di non rinunciare all’impunità”. Inoltre fonti religiose sentite dalla MISNA hanno sottolineato che la gente teme rappresaglie da parte dei gruppi del nord, che potrebbero colpire Bamako con attentati. “Rimaniamo in guardia – conclude l’interlocutore – e siamo molto attenti a quanto vediamo per le strade della capitale. Gao e Timbuctù sono state liberate, ma non Kidal. I gruppi armati sono stati cacciati via ma non eliminati, quindi la minaccia rimane sia per noi che per tutti i nostri vicini del Sahel”.

Intanto dalla confinante Mauritania, l’Agenzia di informazione di Nouakchott (Ani) ha riferito della morte di uno dei capi di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), l’algerino Abdelhamid Abou Zeid, ucciso in combattimenti nel nord-est del Mali in una data non meglio precisata. E’ la prima volta che Aqmi conferma direttamente l’uccisione di uno dei suoi capi tramite un comunicato trasmesso all’Ani. La morte di Abou Zeid era già stata annunciata lo scorso marzo dal presidente ciadiano Idriss Deby Itno, le cui truppe sono impegnate da febbraio in Mali. Tre settimane dopo anche la presidenza francese aveva dato notizia dell’uccisione di uno dei principali capi di Aqmi, presentata come un “passo avanti importante nella lotta al terrorismo nel Sahel”. Una conferma indiretta della scomparsa di Abou Zeid è arrivata il mese scorso: il doppio attentato di Agadez e Arlit in Niger è stato rivendicato da Mokhtar Belmokhtar – ex membro di Aqmi e capo del gruppo dissidente del ‘Katiba dei Mulathamin’ (‘Brigata dei firmatari col sangue’) – proprio come vendetta per l’uccisione dell’algerino. – Misna

 

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