02/09/2014 – Mali -Colloqui di pace, second round decisivo ad Algeri

di AFRICA

 

Si è aperto ad Algeri, in un clima tensione palpabile ma anche con la buona volontà dichiarata della maggior parte dei partecipanti, il secondo round dei negoziati tra il governo di Bamako e i gruppi armati del nord. Un appuntamento cruciale per avvicinare il Mali ad un accordo di pace definitivo e globale sull’Azawad, la vasta regione desertica teatro di una crisi armata e politica durata 18 mesi, fino all’estate 2013. Lo scorso luglio le parti hanno firmato una ‘road map’, un primo documento parziale che lascia molte questioni irrisolte.

Da oggi i negoziati entrano nel vivo – per una durata prevista di quattro settimane – affidati a quattro commissioni incaricate delle questioni politiche-istituzionali, sicurezza e difesa, giustizia e riconciliane, sviluppo economico. Al termine dei lavori ciascuna commissione dovrà produrre proposte comuni.

I colloqui si svolgono sotto la mediazione dell’Algeria e del Burkina Faso. “Non risparmieremo alcun sforzo per fare dell’appuntamento di Algeri un momento cruciale nella ricerca di una pace giusta e durevole in Mali” ha dichiarato il ministro degli Esteri algerino, Ramtane Lamamra. “Non lasciate che i fattori di divisione tra di voi ledano alla vostra causa e rappresentino una minaccia per la pace” gli ha fatto eco il suo omologo burkinabé Djibrill Bassolé.

Fiducioso il capo della diplomazia di Bamako: “La situazione sul terreno si è stabilizzata e l’impegno del cessate il fuoco è stato sostanzialmente rispettato” ha detto Abdoulaye Diop.

Gli interlocutori di Bamako sono il Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla), l’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad (Hcua), il Movimento arabo dell’Azawad (Maa), la Coalizione del popolo per l’Azawad (Cpa), il Movimento arabo dell’Azawad dissidente (Maa) e il Coordinamento dei movimenti e fronti patriottici di resistenza (Cm-Fpr). I sei principali gruppi armati del nord – suddivisi in “falchi” e “colombe” – sono arrivati ad Algeri con una posizione comune, almeno sulla carta, dopo l’accordo preliminare raggiunto la scorsa settimana a Ouagadougou. – Misna

 

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