01/09/2014 – Lesotho -Presunto colpo di stato, a maseru “pace e quiete”

di AFRICA

 

“Dopo la confusione e il subbuglio, durati poche ore sabato scorso, già da diverse ore attorno a noi c’è pace e quiete. Le attività commerciali sono aperte e la vita quotidiana scorre regolare. La gente è apparentemente tranquilla, ma ci vorrà un po’ di tempo prima di capire quanto sia realmente accaduto”: lo dice alla MISNA padre Dino Miotto, contattato a Maseru, capitale del Lesotho, dopo le notizie confuse dello scorso fine settimana in provenienza dal piccolo regno circondato dal Sudafrica.

“Quello che sappiamo, per ora, è che sabato l’esercito ha preso il controllo della sede centrale della polizia nella capitale e abbiamo sentito alcuni colpi d’arma da fuoco. Circolavano voci insistenti sul fatto che la polizia stesse armando delle persone per destituire il primo ministro – racconta ancora alla MISNA il missionario salesiano – Poche ore dopo i militari si sono ritirati nelle caserme. Il primo ministro, che temeva per la sua incolumità fisica, si è rifugiato nel confinante Sudafrica, chiedendo un suo intervento diplomatico”.

Da 48 ore la stampa africana ed internazionale riferisce di una “grave crisi politica”, di “notizie confuse” e di una situazione “molto incerta” dopo le dichiarazioni del primo ministro Thomas Thabane, rifugiato a Johannesburg. Il capo del governo del Lesotho ha definito un “colpo di stato” l’intervento dell’esercito contro la polizia. “ Non sono stato destituito dal popolo ma dalle forze armate, e questo è illegale. Rientrerò quando la mia vita non sarà più in pericolo” ha detto Thabane al suo arrivo in Sudafrica che “sta monitorando la situazione da vicino”.

Il presidente Jacob Zuma, alla guida della troika della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc) – di cui il Lesotho fa parte – ha convocato una riunione urgente, avvertendo che “tale azione da parte delle forze di difesa non sarà tollerate”. Anche gli Stati Uniti hanno espresso “preoccupazione” per gli scontri tra forze di sicurezza e hanno chiesto alle parti di intavolare un “dialogo pacifico”.

Il vice primo ministro Mothetjoa Metsing, da ieri sera anche lui a Johannesburg per partecipare a colloqui con ministri degli Esteri di Sudafrica, Zimbabwe e Namibia, ha però smentito un vuoto di potere a Maseru, annunciando che l’interim del capo di governo è stato affidato a Motloheloa Phooko, ministro della Pubblica amministrazione.

In base alla ricostruzione dei fatti diffusa dalla maggior parte dei media, alle prime ore di sabato scorso l’esercito ha lanciato un’operazione contro la polizia, prendendo il controllo della sede centrale e di diversi commissariati, confiscando veicoli ed armi. I militari si sono dispiegati nei punti nevralgici della capitale, per poi ritirarsi nel tardo pomeriggio. L’intervento dell’esercito si sarebbe concluso con la morte di un solo responsabile della polizia. Le forze armate hanno formalmente negato di voler prendere il potere, spiegando di aver soltanto cercato di “disarmare la polizia sospettata di armare militanti politici” in vista di una protesta indetta per oggi. La marcia odierna è stata annullata dalle autorità di polizia di Maseru.

Nella notte tra venerdì e sabato scorso non meglio identificati uomini armati avrebbero attaccato il domicilio del nuovo capo dell’esercito, il generale Maaparankoe Mahao, uscito indenne ma di cui non si hanno più notizie da diverse ore. Il generale Mahao è stato nominato di recente per sostituire il generale Tlali Kamoli, sospettato di complotto contro il capo del governo.

Nelle ultime settimane la situazione politica si è fatta sempre più tesa in Lesotho per le crescenti critiche nei confronti del primo ministro Thabane, contestato per il suo autoritarismo e per aver sospeso il parlamento lo scorso giugno per evitare un voto di fiducia. Da due anni il piccolo regno dell’Africa australe è governato da una fragile coalizione di partiti politici, in un contesto di annose tensioni tra esercito e polizia. – Misna

 

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