Zimbabwe, l’Ue rinnova le sanzioni

di Enrico Casale
zimbabwe Ue

L’Unione europea ha deciso di rinnovare le sanzioni contro lo Zimbabwe. Lo ha annunciato in un comunicato reso pubblico dal Consiglio europeo.

«L’Ue – è scritto nel documento – accoglie con favore ulteriori opportunità per un dialogo e un impegno continui con lo Zimbabwe e ribadisce la sua ambizione per una relazione più costruttiva». Ma, prosegue la nota «l’Ue ricorda le conclusioni del Consiglio del 17 febbraio 2020 e rileva con preoccupazione che la crisi multiforme e prolungata dello Zimbabwe si è ulteriormente aggravata».

Nello statement, il Consiglio europeo ricorda «la mancanza di riforme sostanziali» che ha consentito il «continuo deterioramento della situazione umanitaria, economica e sociale. Persistono anche violazioni dei diritti umani e limitazioni allo spazio democratico. L’Ue è particolarmente preoccupata per la proliferazione di arresti e procedimenti giudiziari di giornalisti, attori dell’opposizione e individui che esprimono opinioni dissenzienti e per l’uso da parte di funzionari di alto livello di espressioni che potrebbero essere interpretate come incitamento alla violenza».

Il governo dello Zimbabwe si era impegnato ad aderire pienamente ai suoi obblighi costituzionali e internazionali in materia di diritti umani che implicano il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compreso il contrasto all’impunità. «Gli autori di violazioni e abusi dei diritti umani dovrebbero essere assicurati rapidamente alla giustizia e le raccomandazioni della Commissione d’inchiesta Motlanthe dovrebbero essere attuate in via prioritaria e urgente», continua il documento.

Alla luce delle continue preoccupazioni, «l’Ue ha riesaminato le sue misure restrittive, ricordando il loro scopo di incoraggiare un impegno dimostrabile, autentico e a lungo termine da parte delle autorità dello Zimbabwe a rispettare e sostenere i diritti umani e lo Stato di diritto. L’Ue ha deciso di rinnovare l’embargo sulle armi e di mantenere un congelamento mirato dei beni contro una società, Zimbabwe Defense Industries, tenendo conto della situazione nello Zimbabwe, compresa la continua necessità di indagare sul ruolo degli attori delle forze di sicurezza nelle violazioni dei diritti umani».

Nel documento si specifica che «queste misure non interessano il popolo dello Zimbabwe, la sua economia, gli investimenti esteri diretti o il commercio, e lo Zimbabwe continua a beneficiare dell’accesso esente da dazi e quote delle sue esportazioni nell’Ue, con negoziati per approfondire l’Africa orientale e meridionale (Esa) Accordo di partenariato economico (Ape) in corso. L’accelerazione delle riforme politiche ed economiche, il rispetto dei diritti umani, il rafforzamento della fiducia nello Stato di diritto e la lotta alla corruzione contribuirebbero in modo significativo alla fiducia degli investitori, creerebbero un clima imprenditoriale stabile e faciliterebbero lo Zimbabwe a sfruttare appieno le opportunità offerte dall’Ape».

L’Ue ribadisce anche la sua disponibilità a sostenere «riforme economiche e politiche credibili e sostenibili, basate su impegni concreti assunti dal governo dello Zimbabwe» che siano accompagnate da una riforma elettorale.

Negli ultimi sette anni, è specificato nel documento, l’Ue ha fornito più di 366 milioni di euro per lo sviluppo del Paese e 68 milioni di euro di assistenza umanitaria, inclusa l’assistenza dedicata nella lotta contro la pandemia Covid-19.

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