Uganda – Nasce una nuova televisione cattolica

di Enrico Casale
televisione in africa

I Vescovi cattolici dell’Uganda hanno annunciato la nascita di una nuova televisione cattolica nazionale. A darne la notizia il Presidente della Conferenza episcopale del Paese, mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu, che al termine dell’ assemblea plenaria annuale, tenutasi dal 4 all’8 giugno 2018 a Kampala, ha dichiarato di essere in procinto di creare l’Uganda Catholic Television (UCT).

«Come Chiesa cattolica, dopo aver ottenuto la licenza dalla Commissione per le comunicazioni in Uganda, siamo ora in procinto di creare una televisione cattolica nazionale», hanno dichiarato i vescovi. Nella nota pervenuta a Fides si evince che la nuova emittente televisiva promuoverà l’evangelizzazione e lo sviluppo umano integrale nel paese.

Nel corso della conferenza stampa, i presuli hanno inoltre invitato il governo ugandese e tutte le agenzie di sicurezza ad intensificare l’impegno per la tutela della vita e il patrimonio degli ugandesi, mettendo in luce che, da qualche tempo nel paese, sono in aumento rapimenti, crimine organizzato e uccisioni.

I vescovi hanno poi fatto riferimento al nuovo programma nazionale di educazione sessuale (Nse) promosso dal governo che fornisce linee guida alle scuole, e hanno affermato che, pur contenendo alcune valide idee, non risponde ad alcune domande cruciali e non affronta in modo adeguato alcune questioni importanti. In particolare si riferiscono al fatto che venga ignorato il ruolo fondamentale della famiglia nella prima infanzia e che agli studenti di livello superiore vengano date nozioni «aperte a interpretazioni e pratiche che possono essere contrarie ai valori morali cristiani». Secondo i leader della Chiesa il programma non prevede «nessuna disposizione o garanzia sulla preparazione dei docenti per insegnare in modo equilibrato e corretto argomenti così delicati».

Il documento NSE è ora sottoposto a una valutazione finale da parte di esperti cattolici che stanno compilando gli emendamenti proposti al programma. Tuttavia, se il documento rimane invariato, con disposizioni e direttive contrarie ai valori cristiani condivisi dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa dell’Uganda e dalla Chiesa ortodossa, il documento non verrà introdotto e insegnato nelle scuole fondate cristiane.

Un’altra tematica affrontata dai vescovi è stata per l’attuale situazione dei rifugiati nel paese verso i quali hanno espresso preoccupazione e l’intenzione di offrire un’adeguata assistenza pastorale e spirituale, invitando sacerdoti diocesani e membri delle congregazioni religiose presenti a fare volontariato e a lavorare nei campi profughi, in collaborazione con il clero locale. «Vedremo come coordinarci in modo corretto ma, come famiglia di Dio che cammina nella Sua luce, non possiamo andare avanti da soli, dimenticando e lasciando i nostri fratelli e sorelle senza la luce della Parola di Dio e della grazia vitale dei sacramenti».

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