Uganda, l’oppositore Kizza Besigye torna in politica

di claudia
kizza besigye

A vent’anni dalla sua prima candidatura alla presidenza dell’Uganda lo storico candidato dell’opposizione Kizza Besigye sembra non essere stanco della politica. Nonostante quattro estenuanti elezioni andate male e le accuse di tradimento, seguite alle elezioni del 2016, da cui è stato scagionato solo la scorsa settimana Besigye sembra avere ancora la forza per andare avanti nella lotta politica contro Yoweri Museveni.

Se è vero che Besigye ha saltato la tornata elettorale gennaio 2021 è anche vero che non ha esitato a sostenere il suo pupillo, Patrick Amuriat, come candidato presidente del Forum per il cambiamento democratico (Fdc). L’affetto dei sostenitori, e la delusione palpabile tra questi alla notizia della non-candidatura di Besigye, deve aver fatto riflettere il politico ugandese, che in questi giorni ha lanciato un nuovo gruppo di pressione politica, il Fronte Popolare per la Transizione (Pft), di cui è presidente e fondatore. Il Fronte è composto da più partiti: l’Uganda Peoples Congress (Upc), il Partito Conservatore e Jeema, presso i cui uffici è avvenuto il lancio. La maggior parte dei presenti erano il vecchio Besigye e alcuni alleati della Fdc, non certo dei “cavalli di razza” dell’opposizione a Museveni: l’assenza di personaggi come il leader politico e rapper Bobi Wine, che negli ultimi anni è stato l’unico a mostrare di poter incalzare Museveni alle urne, è stata notata ed ha forse più peso della presenza di Besigye. Tra i due oppositori, storicamente, non scorre buon sangue ed era difficile immaginare un’alleanza politica.

Inoltre Wine è sempre più apprezzato, in particolare dalla parte più giovane dell’elettorato: sul quotidiano Daily Monitor di ieri un gruppo che si autodefinisce “gioventù ugandese, la vera opposizione” ha firmato un editoriale in cui si invita Kizza Besigye a ritirarsi a vita privata e lasciare spazio ad una proposta politica diversa.

La piattaforma di Besigye prende corpo laddove si era interrotta la sua carriera politica: alle elezioni del 2016, quando nonostante la sconfitta formale decise ugualmente di formare un governo e proporre una transizione.

Ex sostenitore di Museveni, di cui è stato il medico prima di diventare un suo ministro già nel 1986, Besigye si è allontanato della maggioranza fino a diventare il principale oppositore del presidente. Le sue critiche nei confronti del capo dello Stato e delle sue derive autoritarie gli sono valse diversi arresti e un periodo di esilio.  Candidato nel 2001, 2006, 2011 e 2016, l’anno in cui riuscì ad ottenere 3,5 milioni di voti (il 35,61% delle preferenze), Besigye ha sempre denunciato elezioni non libere e brogli.

(Andrea Spinelli Barrile)

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