Tunisia, il G7 chiede il ritorno a un ordine costituzionale

di claudia

Il G7 chiede al presidente della Tunisia Kais Saied un rapido ritorno a un quadro costituzionale attraverso la nomina di un nuovo capo di governo e la riattivazione del parlamento. In una dichiarazione resa pubblica ieri, il Gruppo dei Sette (Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Ue, Stati Uniti, Canada, Giappone), riafferma il “costante impegno per il partenariato con la Tunisia”, mentre quest’ultima sviluppa le strutture politiche e socioeconomiche necessarie per soddisfare le legittime aspirazioni della sua gente a migliori condizioni di vita, una migliore qualità della vita e una governance efficiente e trasparente.

“Raccomandiamo vivamente il rapido ritorno a un quadro costituzionale in cui un Parlamento eletto svolga un ruolo significativo”, scrive il G7, sottolineando l’urgente necessità di nominare un nuovo capo di governo, di formare un Governo capace di far fronte alla crisi economica e sanitaria del Paese e di creare uno spazio inclusivo di dialogo sulle proposte di riforma costituzionale ed elettorale”.

Man mano che questo processo prende forma, il G7 raccomanda un impegno pubblico costante e il rispetto dei diritti politici, sociali ed economici di tutti i tunisini, nonché dello stato di diritto. “Prima il presidente Kais Saied stabilirà una chiara direzione per il futuro, che soddisfi i bisogni del popolo tunisino, prima la Tunisia potrà concentrarsi sulla risposta alle sfide economiche, sanitarie e sociali che il Paese deve affrontare”. Il Gruppo dei sette “rimane impegnato a garantire che i valori democratici condivisi rimangano centrali per le nostre relazioni future “, è stato affermato.

La dichiarazione del G7 arriva 48 ore dopo che una delegazione del Congresso degli Stati Uniti ha visitato la Tunisia. Durante il suo incontro con i parlamentari statunitensi di sabato, Saied, tra gli altri, ha ribadito che il 25 luglio non è stato affatto un colpo di Stato e che la Tunisia è uno stato sovrano come previsto dalla Costituzione.

Il 25 luglio, il presidente della Repubblica ha decretato il congelamento dell’Assemblea, la revoca dell’immunità dei parlamentari, la revoca del capo del governo e della presidenza della procura. L’evento è stato ben accolto da quella fetta di tunisini più ostile alla maggioranza degli islamisti di Ennahda, e a chi si fida del presidente partito in crociata contro la corruzione e l’impunità. Per altri invece, la mossa del presidente può essere paragonata a un colpo di Stato di velluto e alla morte della giovane democrazia.

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