Tigray, Onu denuncia disastrosa situazione umanitaria

di Enrico Casale
tigray etiopia

L’interruzione dei servizi essenziali come il blackout di elettricità, telecomunicazioni e Internet in tutta la regione del Tigray non farà che esacerbare la già disastrosa situazione umanitaria. È quanto afferma una nota di Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari) a margine della crisi politico-militare della regione settentrionale dell’Etiopia

Il 28 giugno, il governo federale ha accolto la richiesta dell’amministrazione regionale provvisoria del Tigray per “un cessate il fuoco unilaterale, fino alla fine della stagione agricola”. Successivamente, l’esercito etiope si è ritirato da Macallè, Scirè, Axum, Adua e Adigrat. Approfittando di questo ritiro, le ex forze di difesa del Tigray (milizia legata al Fronte popolare di liberazione del Tigray) ha assunto il controllo delle principali città.

Il 29 giugno, come le forze armate etiopi, anche quelle eritree si sarebbero ritirate dal Tigray, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, concentrandosi nelle aree di confine vicino all’Eritrea. Anche le milizie amhara avrebbero dichiarato la loro intenzione di lasciare il Tigray.

In tutta la regione le reti elettriche e mobili sono state interrotte e le comunicazioni sono possibili solo tramite telefoni satellitari e connessioni Vsat. I voli Addis-Macallè sono sospesi. L’accesso stradale al Tigray rimane bloccato. Inoltre, fonti locali segnalano gravi carenze di denaro e carburante.

Questa situazione sta compromettendo, secondo Ocha, le operazioni di soccorso. Nelle ultime due settimane, le azioni umanitarie a Macallè, verso Adigrat (orientale), Abi Adi (centrale) e verso le parti meridionali del Tigray sono state sospese a causa dell’interferenza di elementi armati. Nella zona centrale, in seguito all’uccisione di tre operatori umanitari di Msf-Spagna vicino alla città di Abi Adi il 25 giugno, le agenzie umanitarie hanno evacuato il loro personale e sospeso le operazioni, con ripercussioni sull’accesso della popolazione all’assistenza sanitaria.

Le organizzazioni internazionali hanno trasferito il personale da Axum e da Samre (sud-est). Elementi armati hanno ostacolato l’accesso dei partner a Samre, mentre le forniture mediche e nutrizionali sono state prelevate dai convogli di soccorso. Il 28 giugno, alcune organizzazioni, comprese le agenzie delle Nazioni Unite, hanno segnalato diversi incidenti relativi all’ingresso di elementi delle forze armate etiopi nei loro uffici e alla confisca di apparecchiature per telecomunicazioni/internet a Macallè, Dansha e Abdurafi.

Nonostante la situazione fluida e incerta, le organizzazioni umanitarie hanno espresso il loro impegno a “rimanere per tutelare le popolazioni colpite” e stanno valutando di “riprendere le operazioni di soccorso il prima possibile”, in particolare nelle aree difficili da raggiungere.

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