Sudan, sciolto il governo

di Enrico Casale
omar al bashir

Dopo due mesi di proteste che chiedevano le sue dimissioni, il presidente Omar al Bashir ha licenziato il governo e ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il Sudan.

«Lo stato di emergenza durerà un anno – ha detto in un discorso televisivo alla nazione -. Il governo sarà inoltre sciolto».

Scioglimento del governo federale, scioglimento dei governi provinciali, stato di emergenza di un anno in tutto il Paese, sospensione degli emendamenti costituzionali permetteranno a Omar el-Béchir di riprendere il controllo della crisi che sta scuotendo il Sudan e di presentarsi alle elezioni presidenziali del 2020 per cercare un nuovo mandato.

Da due mesi, il Paese è in preda a proteste quasi quotidiane. Inizialmente i manifestanti chiedevano un ribasso dei prezzi del del pane e dei carburanti. Rapidamente però il movimento si è trasformato in una protesta contro Omar al Bashir, al potere da trent’anni.

Lo stato di emergenza espande notevolmente i poteri delle forze armate. Questo non ha impedito (e probabilmente non impedirà) le proteste. Reagendo ai provvedimenti del presidente, la Sudan Professionals Association, la punta di diamante del movimento di protesta, ha dichiarato che continuerà a organizzare dimostrazioni fino a che Omar al-Bashir non si dimetterà.

Secondo un rapporto ufficiale, 31 persone sono morte dall’inizio degli eventi, ma alcune Ong riportano bilanci più pesanti. E centinaia di manifestanti sono stati imprigionati.

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