Stelle d’Africa: Kasha Jacqueline Nabagesera

di claudia

In ricordo del giornalista e scrittore Raffaele Masto – una vita dedicata a raccontare il continente africano, scomparso il 28 marzo 2020 – è stato indetto il Premio Raffaele Masto – promosso dalla Fondazione Amani, organizzato dal Comitato “Amici di Raffa” in collaborazione con Rivista Africa e Radio Popolare – a favore dell’attivismo civico in Africa. Ogni giorno vi presentiamo uno/a dei venti candidati, provenienti da ogni parte del continente, alla prima edizione del Premio. 

Kasha Jacqueline Nabagesera, 41 anni, attivista Lgbt ugandese, militante lesbica, si batte contro le discriminazioni di cui sono vittime omosessuali e trans in Uganda, nazione dove l’omosessualità è punita con il carcere. A causa del suo orientamento sessuale ha subito nella vita discriminazioni e soprusi di ogni tipo: è stata sospesa da scuola, derisa e isolata dai coetanei, espulsa dall’Università, minacciata di morte, picchiata dalla polizia, relegata ai margini della vita sociale. Nel 2010 la rivista ugandese Rolling Stone pubblica i nomi e gli indirizzi dei “100 omosessuali più in vista” con il titolo “Hang them” – cioè “Impiccateli” – e Kasha è tra questi con il suo amico attivista David Kato, che verrà ucciso in casa dopo aver, con Kasha, fatto causa alla rivista. Anziché fuggire all’estero, Kasha decide di portare avanti la sua battaglia fondando l’ong Freedom and Roam Uganda: la più importante organizzazione di difesa dei diritti di gay e lesbiche. Nel 2014 nel parlamento ugandese si discute una legge che intende punire l’omosessualità con l’ergastolo e la pena di morte, ma Kasha e dieci attivisti presentano un ricorso alla Corte Costituzionale facendola annullare per vizi di forma.

Nel 2014 Kasha organizza il primo Pride in Uganda e crea Kuchutimes, una piattaforma informativa sulle problematiche che riguardano il mondo LGBT. Nel 2015 le è stato assegnato il Right Livelihood Award, il cosiddetto “Nobel per la Pace alternativo”, e il settimanale Time le ha dedicato la copertina. È stata invitata dall’ONU a Ginevra e New York per testimoniare la situazione delle persone LGBT in Uganda. Cambia casa di continuo, per il rischio di essere uccisa.

Sabato 25 settembre sarà comunicato il nome del vincitore del riconoscimento che intende fornire visibilità e sostegno a esponenti della società civile africana. 

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