Sahara Occidentale, Polisario accusa l’Ue di saccheggiare le risorse

di claudia
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Un comunicato stampa del fronte Polisario emesso da Bruxelles critica un rapporto annuale della Commissione europea che ritiene molto positivo l’accordo d’associazione Ue-Marocco per le province meridionale, ovvero il Sahara, conteso tra il Marocco e gli indipendentisti sahrawi.

Secondo il Polisario, il movimento politico e armato che guida la lotta sahrawi e l’amministrazione di campi, il rapporto europeo sancisce “l’accelerazione del saccheggio delle ricchezze sahrawi”.

La relazione della Commissione europea ha confermato che vari attori economici e rappresentanti della società civile, comprese le organizzazioni non governative attive nel campo dei diritti umani in queste regioni, hanno sottolineato la grande importanza degli accordi, il loro soddisfacente lavoro di attuazione e il loro impatto positivo sulla società -sviluppo economico del Sahara.

Ha inoltre sottolineato che “l’attuazione degli accordi procede in modo equilibrato mentre i giusti meccanismi di attuazione sono ancora in atto e funzionano correttamente”. “Lo scambio di informazioni è stato effettuato su base regolare e in uno spirito di cooperazione. Il sistema di scambio fornisce mensilmente informazioni sull’esportazione dei prodotti, funziona bene e non ha creato difficoltà nella ricerca”, ha aggiunto la Commissione Ue.

La principale conclusione del rapporto è che “grazie alla crescita che stanno vivendo, le regioni del Sahara marocchino sono oggi diventate un vero e proprio centro di prosperità e investimenti nel quadro del partenariato vantaggioso per tutti, con l’Unione europea”.

Il comunicato del Polisario sottolinea invece che il fascicolo legale di questi accordi sta in fase finale presso la Corte di giustizia dell’Ue, che sottolinea lo statuto distinto dei sahrawi e l’assenza di consenso da parte del popolo sahrawi a tali accordi.

Nel comunicato, il diplomatico sahrawi Oubi Bouchraya avverte che tutti gli sforzi saranno concentrati davanti alla Corte, contro gli accordi del 2019, con l’obiettivo ultimo di “porre fine alle ingerenze europee nella realizzazione del diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza”. 

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