Il presidente del Mozambico, Daniel Chapo, ha annunciato ieri l’intenzione di ampliare il tavolo del dialogo per porre fine alla crisi post-elettorale, includendo esponenti della società civile e del mondo accademico. “La prima fase del dialogo coinvolge i partiti politici con seggi parlamentari e successivamente includerà membri della società civile, associazioni civiche, religiose e professionali, oltre al mondo accademico, per trovare insieme soluzioni condivise per il Mozambico che vogliamo”, ha dichiarato Chapo durante le celebrazioni della Giornata degli Eroi. Chapo è in trattative con i partiti politici per discutere riforme dello Stato, incluse modifiche alla legge elettorale e alla Costituzione, iniziative avviate dal suo predecessore Filipe Nyusi. L’urgenza di tali riforme è aumentata a seguito della crisi post-elettorale.
Il presidente ha anche annunciato di aver raggiunto un consenso sui termini di riferimento per discutere le riforme statali dopo un incontro con i leader di quattro partiti. Tuttavia, non era presente Venancio Mondlane, ex candidato presidenziale e principale contestatore dei risultati ufficiali delle elezioni di ottobre. Nel suo discorso a Maputo, Chapo non ha fatto riferimento a un’eventuale inclusione di Mondlane nel dialogo, limitandosi a sottolineare l’importanza di soluzioni condivise per “un Paese unito” e superare i conflitti. “Vogliamo incoraggiare tutti a partecipare, ispirati dall’esempio dei nostri eroi, che hanno dato tutto per la liberazione e la costruzione dello Stato mozambicano”, ha affermato il presidente.
Venerdì, la Missione di Osservazione Elettorale dell’Unione Europea ha sottolineato che una soluzione alla crisi post-elettorale richiede il coinvolgimento di Mondlane nel dialogo. “Credo che non esista una soluzione politica senza un dialogo realmente inclusivo che coinvolga Venancio Mondlane”, ha dichiarato la responsabile della missione Ue, Laura Ballarín.
Mondlane, da parte sua, ha ribadito la disponibilità a dialogare con il nuovo capo di Stato, affermando di non essere ancora stato contattato. “Non sono ancora stato contattato – ha detto -. Quando sarò invitato, presenterò il mio punto di vista. L’ho già dichiarato più volte”.
Dal 21 ottobre, il Mozambico è attraversato da forti tensioni sociali, con proteste, manifestazioni e scontri tra forze dell’ordine e manifestanti. Secondo la Ong Plataforma Eleitoral Decide, almeno 315 persone hanno perso la vita nei disordini, tra cui circa due dozzine di minori, mentre almeno 750 persone sono rimaste ferite da colpi di arma da fuoco.