Marocco, il re riceve da Netanyahu il riconoscimento della sovranità sul Sahara Occidentale

di claudia
Mohammed VI

L’ufficio reale ha confermato che il re del Marocco, Mohammed VI, ha ricevuto ieri sera una lettera dal primo ministro dello Stato di Israele, Benyamin Netanyahu, contenente la decisione di Israele di “riconoscere la sovranità del Marocco sul territorio del Sahara Occidentale”.

A questo proposito, il primo ministro israeliano ha indicato che questa posizione del suo Paese sarà “riflessa in tutti gli atti e documenti rilevanti del governo israeliano”. Ha inoltre sottolineato che la suddetta decisione sarà “trasmessa alle Nazioni Unite, alle organizzazioni regionali e internazionali di cui Israele è membro, nonché a tutti i Paesi con i quali Israele intrattiene relazioni diplomatiche”.

Nella sua lettera al sovrano, il primo ministro israeliano ha informato che Israele sta valutando positivamente “l’apertura di un Consolato nella città di Dakhla”, nell’ambito dell’attuazione di questa decisione dello Stato.

“Con la decisione di riconoscere la sovranità marocchina del Sahara senza, per il momento, controparti, Israele lancia la palla nel campo di Rabat. Tel Aviv si augura che, come aveva annunciato all’inizio dell’anno, le autorità marocchine finiscano per ospitare nel prossimo futuro il secondo incontro del cosiddetto Forum del Negev. Inoltre, le autorità israeliane sono fiduciose che con la storica mossa di ieri il Marocco accetterà finalmente di elevare la rappresentanza diplomatica israeliana a Rabat da ufficio di collegamento ad ambasciata, grande desiderio di Tel Aviv da tempo”. Tra i primi commenti al riconoscimento formale di Israele alla sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale, c’è la penna di Antonio Navarro Amuedo, nelle colonne del giornale spagnolo Nius Diario.

“Non sarà facile – ritiene – : la pressione delle società arabe contro un’ulteriore associazione con Israele sta aumentando in un anno segnato dalle operazioni militari israeliane in Cisgiordania e da livelli record di morti e feriti. È il caso anche del Marocco, dove da un sondaggio d’opinione condotto all’inizio di quest’anno – quindi a due anni dal ristabilimento delle relazioni diplomatiche – è emerso il dato schiacciante che il 64% della popolazione del Paese maghrebino era contrario al processo di normalizzazione con lo Stato ebraico”.

Secondo Amuedo, in assenza di reazioni ufficiali da parte delle grandi potenze regionali e internazionali, “tutti gli occhi sono ora puntati su Algeri, arcinemica e vicina della monarchia marocchina. Il ristabilimento, nel dicembre 2020, delle relazioni tra Marocco e Israele e l’associazione bilaterale che entrambi i Paesi hanno dispiegato da allora senza complessi ha rotto i precari equilibri diplomatici tra le due potenze maghrebine”.

Presto, tra appena un mese, saranno passati due anni da quando Algeri ruppe le relazioni diplomatiche con Rabat prima di chiudere uno dei gasdotti che trasportavano idrocarburi in Spagna per punire i suoi vicini.

“La decisione di Netanyahu di ieri non servirà a risolvere il conflitto saharawi, ma rappresenta un importante sostegno per il Marocco che dovrà saper gestire e senza dubbio alzerà ancora di più la temperatura nella già estrema estate del deserto del Maghreb”, conclude il giornalista spagnolo da Rabat. 

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